17 Giugno 2015, 19:26
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PALERMO – Le due facce di una palla a spicchi, tutte in una sola regione. Una Sicilia che ride e una Sicilia che piange, o che quantomeno si lecca le ferite, al termine di una stagione che ha ridato all’isola un perduto orgoglio nel basket, tra ritorni in massima serie e imprese da scrivere nei libri di storia di questo sport. C’è però chi ha stretto i denti, chi ha mancato gli obiettivi e chi, pur avendo ottenuto risposte positive dal campo, non riesce ad avere consensi dall’amministrazione locale. Storie comuni a tante altre realtà italiane, solo che adesso manca la consapevolezza di essere ad un passo dal creare qualcosa di grande.
Perché se l’Orlandina continua ad essere l’unica siciliana della storia capace di salvarsi in Serie A, è appunto perché in quel di Capo d’Orlando non si è mai pensato a vivacchiare. Programmazione e lavoro con competenza hanno dato i propri frutti anche nella più difficile annata della gestione Sindoni, quella messa in piedi di corsa dopo il ripescaggio. Altrettanto intelligente è la scelta della società di ripartire con un altro piglio, adottando la formula del 3+4+5 (tre stranieri, quattro comunitari o equiparati, cinque italiani) per riprendere un filo interrotto solo lo scorso anno. “L’anno scorso abbiamo avuto poco tempo per costruire la squadra e abbiamo dato priorità all’obiettivo della salvezza – ha spiegato il ds Sindoni al sito ufficiale dell’Orlandina -. Adesso abbiamo l’obbligo e la volontà di incrementare gli obiettivi. Vogliamo salvarci, ma costruire anche qualcosa che resti”. Ecco perché l’Orlandina ripartirà da una certezza come Giulio Griccioli, oltre che da un giovane come Laquintana, da lanciare in massima serie.
Chi ambisce al grande salto è anche Agrigento, che però deve capire cosa vuol fare da grande. La Fortitudo ha stupito tutti, portandosi ad una sola vittoria da una clamorosa promozione in Serie A da matricola, ma adesso bisogna valutare bene con quali ambizioni ripartire in vista della prossima stagione. Penny Williams e Dave Dudzinski, giunti da rookie in Sicilia, sono pronti a fare il salto di categoria e a lasciare la Fortitudo. Un addio che potrebbe concretizzarsi anche per Alessandro Piazza, destinato alla “sua” Fortitudo, quella di Bologna. Tre defezioni che potrebbero portare ad una rifondazione del roster, ma è da capire verso quali livelli. Il coach Franco Ciani, d’altronde, è stato chiaro: la finale ha chiuso un ciclo di quattro anni che ha sempre visto Agrigento salire di categoria. Adesso tocca ad una nuova cavalcata, con alle spalle una società solida e una certezza: sarà ancora Ciani alla guida della Fortitudo, salvo clamorosi stravolgimenti.
Un problema, quello dell’allenatore, che Trapani ha risolto al volo. Via Lardo, dentro Ducarello, con ambizioni impossibili da rilanciare dopo due anni fuori dai playoff. Lo scorso anno doveva essere quello della consacrazione, invece per i granata è arrivata una delusione su tutti i fronti. Adesso si punta su un roster svecchiato, sulla spinta degli ottimi risultati ottenuti dal settore giovanile, ma senza alzare più di tanto l’asticella. In attesa dell’ufficializzazione dei gironi di A2 (che dovrebbero essere suddivisi secondo un criterio est-ovest, ndr), il rischio di trovarsi davanti a sé concorrenti toste come Caserta e Siena, oltre che altre vecchie conoscenze come Biella, Casale e Ferentino, è decisamente elevato.
E in A2 dovrebbe trovarsi anche Barcellona, sebbene sul suo futuro le nubi siano decisamente scure. Il patron Bonina si è dichiarato disponibile ad iscrivere la squadra al prossimo campionato, nonostante una situazione debitoria da sanare in fretta. “Voglio togliermi un sassolino, se in questi anni non abbiamo mai preso penalizzazioni ci sarà un motivo”, ha ammesso Bonina, che ha inoltre rassicurato i tifosi sulla stabilità della società: “Per l’iscrizione vanno presi in esame i ricavi 2013/14 e l’indebitamento fino al 31 marzo 2015. La società ha rateizzato tutto quel che riguarda tasse e imposte, e la squadra è iscrivibile. Il bilancio 2014 sarà approvato la prossima settimana, la Lega non ci ha dato problemi”.
Una buona notizia per Barcellona, che potrebbe diventare un po’ meno buona per l’Aquila Palermo. Il sodalizio palermitano, in attesa di risolvere col Comune tutte le questioni legate al PalaMangano, punta apertamente alla A2 tramite uno scambio di titoli. E Bonina, a tal proposito, conferma di essere stato contattato da Rappa: “In questi giorni sono arrivate le richieste di Udine e Palermo ed anche di uno scambio di titoli con una formazione di B2, che ho cortesemente rifiutato. Il Basket Barcellona è nato ed eventualmente morirà in questa città”. Parole che chiudono la porta ad uno scambio di titoli con l’Aquila, sebbene qualche spiffero continui a soffiare. E anche qualora dovesse saltare l’ipotesi Barcellona, Palermo è all’erta per valutare altre soluzioni. Il tutto con la grana PalaMangano da risolvere e un countdown che si avvia allo scadere. Il tempo stringe e le soluzioni sono poche, ma Palermo spera ancora in un salto di qualità.
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17 Giugno 2015, 19:26