Duro colpo ai re del catering| I Bosco indagati per usura ed estorsione

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25 Febbraio 2014, 07:35

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CATANIA – Gestiscono una grossa catena di supermercati a Catania e diverse società di catering. I nomi di alcuni componenti della famiglia Bosco compaiono nell’elenco dei 27 destinatari di una misura di custodia cautelare che, nella notte, hanno eseguito la Squadra Mobile di Catania e la Polizia Tributaria della Guardia di Finanza. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere finalizzata all’usura e all’estorsione. Tra i 24 arrestati, tre sono latitanti, figura anche Giuseppe Bosco già coinvolto nelle operazioni “Fiori Bianchi 3” e “Bisonte 2”.

Nel corso del blitz denominato Money Lender, scattato nelle prime ore del mattino, gli agenti hanno sequestrato la somma di 250 mila euro trovata nella cassaforte del supermercato intestato a Antonino Bosco. Altri 150 mila euro sono stati trovati nelle attività delle altre aziende. Coinvolti anche due dipendenti del Ministero della Giustizia: Francesco Agnello e Antonino Buffa. Uno lavora al tribunale di Catania e l’altro e” in pensione. L’indagine riguarda l’arco temporale 2008 – 2012.

Nell’ordinanza emessa dal Gip di Catania su richiesta della Procura sono contestati anche diversi episodi di usura e estorsione che la Squadra Mobile ha scoperto durante un’articolata attività di indagine. Trattandosi di una misura cautelare anche reale la polizia sta sequestrando anche diversi beni appartenenti al patrimonio personale e aziendale della famiglia Bosco e di altri indagati.

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Nel corso del blitz denominato Money Lender, scattato nelle prime ore del mattino, gli agenti hanno sequestrato un’ingente somma di denaro, centinaia di migliaia di euro, trovata nella cassaforte di uno degli arrestati.

Nel corso della conferenza stampa convocata in Procura il pm Scaminaci ha evidenziato come sia stato scoperchiato “un giro di usura e di estorsioni più ingente mai scoperto a Catania”. Ed ancora, il dirigente della Mobile, Salvago: “Sono stati riscontrati ventuno episodi di usura e undici di estorsione; c’è anche un prestito di 350 mila euro”. Infine, il commento del Procuratore Salvi: “Fondamentale la collaborazione delle vittime, tra queste degli imprenditori edili che hanno fornito anche documenti utili per l’esito delle indagini”.

 

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25 Febbraio 2014, 07:35

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