04 Aprile 2016, 11:36
1 min di lettura
PALERMO – Scattano gli arresti domiciliari per usura ed estorsione nei confronti di un impiegato comunale di Palermo. I carabinieri hanno notificato il provvedimento a Giovanni La Bua, 65 anni, coinvolto nella stessa inchiesta che ad agosto ha condotto agli arresti di Antonio Lo Piccolo, Alfonso Ferrante e Antonio Gerardo Guagliardo Orvieto, accusati di usura ed estorsione nei confronti di un commerciante di Altavilla Milicia.
La Bua, come hanno svelato le intercettazione del blitz antimafia, avrebbe vessato un imprenditore palermitano nel settore degli autoricambi. Quest’ultimo aveva problemi economici ed aveva chiesto un prestito di cinquantamila euro per tentare si riemergere e sanare l’attività. Da allora la sua vita si era trasformata in un incubo: La Bua avrebbe preteso quattrocento euro di interessi su base settimanale: se non avesse pagato, il messo comunale avrebbe rilevato l’attività commerciale.
Nell’abitazione del 65enne i carabinieri hanno trovato tremila euro in contanti e un ritaglio di giornale, conservato nel portafoglio, dove si leggeva che i collaboratori di giustizia Salvatore Cucuzza e Salvatore Cancemi parlavano di lui come personaggio legato al mandamento mafioso di Porta Nuova: lo avrebbe utilizzato per essere più credibile agli occhi delle vittime.
“Con riferimento alla notizia diffusa oggi alla stampa dell’arresto di un dipendente comunale, accusato di usura ed estorsione, il sindaco Leoluca Orlando comunica di avere disposto già la scorsa settimana che il segretario generale, Fabrizio Dall’Acqua, e il Settore Risorse Umane attivassero ogni provvedimento sospensivo e sanzionatorio previsto dal contratto collettivo. Il sindaco ha, inoltre, dato mandato all’Avvocatura Comunale di acquisire ogni documento utile a verificare la possibilità di costituzione di Parte Civile nel procedimento”, lo precisano dal Comune di Palermo.
Pubblicato il
04 Aprile 2016, 11:36