14 Maggio 2023, 10:34
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LEONFORTE. Il commerciante cinquantaseienne Ettore Forno, già condannato per usura e attualmente agli arresti domiciliari per questo reato nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza di Nicosia denominata Full Control, sarà processato di nuovo. Nei suoi confronti il procuratore di Enna Massimo Palmeri e la sostituta Stefania Leonte hanno chiesto e ottenuto dal Gip un decreto di giudizio immediato per tre casi di usura che avrebbe commesso in concorso con il fratello Nino ai danni di altrettanti leonfortesi.
Ettore Forno dunque sarà processato a partire dal prossimo 11 luglio dinanzi al Tribunale collegiale di Enna. Il decreto di giudizio immediato (chiesto mercoledì 10 maggio ed emesso giovedì dal Gip Giuseppe Noto, notificato alle parti), riguarda solo la sua posizione, stralciata dal processo originario. È difeso dall’avvocato Massimo Di Stefano del foro di Catania. Il fratello Nino è difeso dagli avvocati Francesco Romano e Sinuhe Curcuraci e la sua posizione sarà giudicata separatamente.
Le imputazioni sono tre. Assieme al fratello Nino, in corrispettivo del prestito di 10 mila euro, erogato a un commerciante nel dicembre del 2016, si sarebbero fatti promettere e dare interessi pari alla complessiva somma di 6.500 euro, che sarebbero superiori ai “tassi soglia usura” stabiliti dalla legge, nonché cambiali in garanzia per un totale di circa 13.000 euro al fine di estinguere il debito.
Sarebbe avvenuto a Leonforte da dicembre 2016 a luglio 2021. A entrambi i fratelli Forno sono contestate le aggravanti di aver commesso il fatto ai danni di chi si trova in stato di bisogno e di chi svolge attività imprenditoriale, nonché per aver cagionato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di rilevante gravità. A Ettore Forno è contestata poi la recidiva specifica e reiterata.
Seconda e terza accusa riguardano due prestiti da 2 mila euro. In un caso, sempre in concorso con il fratello, i due si sarebbero fatti promettere e dare interessi usurari pari a 2.500 euro. Nel secondo, prestando 2.084 euro a un’altra persona si sarebbero fatti promettere e dare interessi usurari pari a 5.416 euro per un periodo di 15 mesi.
Alla fine a pagare sarebbe stato un operatore economico leonfortese, che lo avrebbe fatto con un assegno di 7.500 euro e che si è costituito parte civile, assistito dall’avvocato Michele Baldi. Anche in questo caso, le aggravanti sono identiche: stato di bisogno, attività imprenditoriale e danno di rilevante gravità, oltre alla già citata recidiva di Ettore Forno.
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14 Maggio 2023, 10:34