Il dramma delle adozioni | miete successi a Ragusa

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06 Novembre 2017, 19:00

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RAGUSA – Due serate col pienone per sorridere e riflettere: la bravissima Maria Amelia Monti, per la prima stagionale del Teatro Donnafugata, a Ragusa Ibla, ha portato in scena “La lavatrice del cuore”, un’opera scritta e diretta dal marito Edoardo Erba. Un’interpretazione seriosa nel tema e leggera nei toni, che si presta alla concezione teatrale di Vicky e Costanza Di Quattro, le due direttrici artistiche del Donnafugata: “In questa fase storica – ci ha spiegato Costanza – la gente sente un naturale bisogno di evasione e di andare fuori dagli schemi. Al teatro colto, secondo noi, è necessario applicare una buona dose di sorrisi”.

La miscela risulta esplosiva anche se si parla di un tema assai delicato come quello delle adozioni in cui, spesso, si rischia di inciampare. Maria Amelia Monti, con una delicatezza fuori dal comune e una sensibilità maturata sul campo (anche l’attrice e il marito, dopo due figli biologici, hanno adottato un ragazzino), ha portato in scena alcune lettere riguardanti figli e genitori adottivi, che nel 2013 hanno partecipato al Festival delle Lettere di Milano, nella categoria “Lettera di un’adozione 2013”. Edoardo Erba, all’epoca in giuria, ha preso in prestito il progetto, rappresentandolo a teatro.

La Monti ha letto numerose testimonianze, in cui emergono spaccati di vita coinvolgenti ed emozionanti. E da cui si evince – soprattutto – la difficoltà di genitori e figli ad abbracciare una fase nuova della vita, con tutti i traumi che essa comporta. Soprattutto per quei bambini che chiudono una parentesi, spesso in orfanotrofio e priva di affetti, per calarsi in una realtà partecipata dove i nuovi genitori, quelli acquisiti, assumono quasi un potere salvifico. E riescono – forse e paradossalmente – a trasmettere un amore che supera quello “automatico” dei genitori naturali.

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L’attrice ha intervallato la lettura con il racconto della sua esperienza, tutta racchiusa in un diario. E’ venuta fuori una grande lezione di vita. Una pedagogia dell’essere genitori, della capacità di compiere sacrifici e assumersi quotidianamente delle responsabilità. Una bella storia capace di appassionare, far crescere e far sorridere. Il pubblico si è lasciato trasportare con leggerezza, ironia e commozione in questo viaggio fatto di sentimenti, aprendosi ad uno spettacolo che è stato per tutti “la vera lavatrice del cuore”.

Come accade alla mamma di Anna, la bimba adottiva di 8 anni dalla cui storia è stato tratto il titolo: “Anna – dice la mamma – ma tu non lo sai che quando diventiamo mamme, in qualsiasi modo lo diventiamo, riceviamo in dono una lavatrice del cuore che lava le cose brutte per restituirle con tanto amore?”. Lo spettacolo ha accolto nel suo oblò i pregiudizi, la superficialità, la scarsa sensibilità e la critica che spesso aleggiano attorno al tema delle adozioni, li ha lavati, centrifugati e ne ha tirato fuori nuovi pensieri, riflessioni più profonde, atteggiamenti più sinceri, accoglienti, più veri.

Il teatro impegnato e la sua forza – instancabile – di farti pulsare il cuore strappandoti un sorriso, è il marchio di fabbrica del Donnafugata, che nel prossimo weekend ospita la storia tratta da “Maruzza Musumeci”, un romanzo di Andrea Camilleri. “Una storia di terra, di mari, d’ulivi (e di sirene!)” è lo spettacolo di Pietro Montandon con la regia di Daniela Ardini. Poi, dal 22 al 24 novembre, toccherà a “Il barbiere di Siviglia” in versione pocket, accompagnato dalla mostra sulle amanti di Bellini, Rossini e Verdi, dal titolo “La calunnia è un venticello”, che sarà a disposizione dei visitatori fino al 28 dicembre nei foyer del teatro. Il 16 e 17 dicembre, inoltre, torna la (ex) premiata ditta, con Roberto Ciufoli e Tiziana Foschi che faranno alzare il sipario su “Assolo di coppia”.

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06 Novembre 2017, 19:00

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