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Vaccini e terza dose: ecco la reale efficacia contro i ricoveri

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19 Settembre 2021, 11:22

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Dagli Stati Uniti, un Comitato scientifico consultivo della Food and Drug Administration ha raccomandato a chiare lettere il ricorso alla terza dose di Pfizer per tutte quelle persone con più di 65 anni o ritenute fragili a partire dai sei mesi dopo la seconda dose.
Ma il Comitato non ha ritenuto, per il momento, di estendere la terza dose a tutti.

E’ stato rilevato, in particolare, che a distanza di due settimane dopo la seconda dose Pfizer a quattro mesi dopo, coloro i quali hanno ricevuto la dose sono stati protetti da ospedalizzazione al 91%. Oltre la soglia dei 120 giorni, l’efficacia del vaccino contro i ricoveri è scesa, invece, al 77%. 
Per contro, il vaccino Moderna non ha dato segni di una diminuzione relativamente allo stesso lasso di tempo e a distanza di 4 mesi l’efficacia è stata valutata al 92%.
E’ stato verificato come il vaccino Moderna ha anche prodotto livelli di anticorpi post-vaccinazione più elevati rispetto agli altri due vaccini.
Va ricordato che negli Stati Uniti è autorizzato anche un terzo vaccino, il monodose Johnson & Johnson, la cui efficacia nel prevenire i ricoveri ha fatto registrare il 71% complessivo. 

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In Italia, i numeri divulgati dall’Istituto Superiore di Sanità sembrano essere decisamente migliori con un’efficacia contro le ospedalizzazioni dei vaccini del 93,1% e contro il ricovero in terapia intensiva del 95,4% (periodo 4 aprile-12 settembre). 
Non vi è un dato singolo per ogni vaccino ma un complessivo che vede in Italia una somministrazione in larga maggioranza Pfizer: oltre 58 milioni di dosi già somministrate, contro 10 milioni circa per Moderna, 12 milioni per AstraZeneca e poco meno di 1 milione e mezzo per Johnson & Johnson.

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19 Settembre 2021, 11:22

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