10 Gennaio 2022, 15:29
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Un nuovo dubbio arriva in tema di vaccinazioni: i soggetti che si sono ammalati devono fare la terza dose? a porre la questione è Silvestro Scotti, segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg). L’infezione Covid-19 è stata “fino ad oggi considerata come avente la valenza di una dose vaccinale; dunque – afferma Scotti -, se un soggetto si ammala tra una somministrazione di vaccino anti-Covid e l’altra, la tempistica per l’eventuale dose successiva è calcolata su queste basi”. Per il medico di famiglia sul punto serve in chiarimento.
In altre parole, chiarisce Scotti, “la malattia è stata finora valutata come sostitutiva di una dose vaccinale. Secondo le norme delle circolari ministeriali, la terza dose booster deve essere somministrata almeno dopo 4 mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario con due dosi. Tuttavia, chi si ammala di Covid dopo aver effettuato il ciclo primario con due dosi, è come se avesse fatto dunque la terza dose di richiamo. E dal momento che ancora non è stato affrontata la questione di una eventuale quarta dose vaccinale, quel soggetto avrebbe in linea teorica terminato il ciclo vaccinale compreso di booster”.
Comunque, rileva Scotti, “anche se in linea teorica un soggetto con queste caratteristiche non dovrebbe fare il booster dopo la malattia, non è chiaro come comportarsi e aspettiamo indicazioni”. Ma in quest’ultimo periodo si sta verificando anche un’altra tipologia di casi: quella di soggetti che effettuano il booster senza sapere di essere positivi perchè asintomatici, dal momento che non c’è un’indicazione al tampone prima della vaccinazione. “Ho visto casi di questo genere – afferma Scotti – ma, sulla base della mia esperienza, non si sono verificati effetti negativi”.
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10 Gennaio 2022, 15:29