05 Marzo 2021, 10:10
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CATANIA – Da settimane una professoressa di 66 anni, con fattori di rischio importanti per il covid, ma che non la fanno rientrare nelle categorie “fragili”, prova a registrarsi, inutilmente, sulla piattaforma nazionale. Ma senza successo. Perché? Ecco cosa accade.
Il 25 febbraio, l’assessorato alla Sanità guidato da Ruggero Razza, rifacendosi alle direttive nazionali, ha annunciato il via alla prenotazione dei vaccini per i docenti. La campagna è estesa “fino alla classe 1956 compresa”. “Verrà, quindi – scriveva l’assessore Razza – allargato il target anagrafico di riferimento (esclusi i soggetti estremamente vulnerabili), come disposto dalle nuove normative nazionali per il vaccino Astrazeneca, ovvero cittadini dai 18 ai 65 anni”.
Cosa accade se la prof, per ragioni di contribuzione non sia pensionata, abbia fattori di rischio e più di 65 anni? Il sistema di registrazione automatica respinge l’iscrizione. Il discorso vale anche se, per le patologie della 66enne, alla stessa venga precluso l’ingresso in scuola. È una categoria a rischio? Per il sistema automatico no!
È così normale, in Sicilia, che a dicembre siano stati vaccinati, rispettando le direttive nazionali, i rappresentanti 20enni degli studenti universitari e, a marzo, il vaccino sia precluso ai professori 66enni con fattori di rischio.
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05 Marzo 2021, 10:10