01 Febbraio 2022, 16:33
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“Ci dicono che c’è un nesso eziologico, un rapporto di causalità tra la somministrazione del vaccino AstraZeneca e la morte dell’avvocato Mario Turrisi e poi si fa richiesta di archiviazione. Ma noi intendiamo andare avanti. Io rappresento la sorella di Mario che, oltretutto, era un grande amico. E ho presentato opposizione, come l’avvocato Assunta Costanza che segue la mamma. Faremo tutto ciò che è possibile per avere giustizia”. E’ una storia complessa e dolorosa quella che viene raccontata dall’avvocato Angelo Tudisca, in mezzo ci sono tante cose: tanti profili, tanti tasselli, tanti interrogativi e la difficoltà oggettiva di procedere oltre gli elementi acquisiti. Ma c’è soprattutto il sorriso di un uomo voluto bene da tutti. E c’è una domanda di verità che non deve restare inevasa.
E, al centro, c’è la disperazione del lutto. “Era il 12 marzo scorso – racconta l’avvocato Tudisca -. Io mi sono vaccinato con Mario. Siamo andati con la stessa macchina, la mia. Lui era felice, si sentiva come rinato, libero dal Covid. Aveva quarantacinque anni, era un uomo giovane, allegro e sano”. All’inizio d’aprile, i primi segnali di un malore importante, fino al successivo decesso. L’inchiesta della Procura di Messina. E adesso, come in altri casi analoghi, la richiesta di archiviazione.
La storia si legge, alla luce dell’interpretazione di chi segue i familiari delle vittime, nell’opposizione, messa nero su bianco dal legale: “Come confermato dalla Procura ed, in particolare, dai consulenti nominati, vi è il nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino AstraZeneca ed il decesso dell’Avvocato Mario Turrisi. La domanda che occorre porsi è la seguente: se non vi fosse stata approssimazione nella raccolta dei dati ed una superficialità nella comunicazione dei casi di trombosi e nelle raccomandazioni sulle fasce d’età a cui somministrarlo, l’Avvocato Turrisi sarebbe ancora vivo?”.
“Invero – continua l’avvocato Tudisca – una volta provato dagli stessi consulenti del Pubblico Ministero che il decesso sia da ritenersi eziologicamente collegato alla somministrazione del vaccino Covid 19 ‘AstraZeneca’, atteso che nella stessa richiesta di archiviazione si legge: ‘….ritenuto la sussistenza di un nesso eziologico tra la somministrazione del vaccino Astrazeneca ed il decesso del Turrisi…. ‘In merito alla genesi di tale quadro sincronico riteniamo possibile affermare che lo stesso sia da porre in relazione causale con la somministrazione del vaccino contro SARS – CoV -2, praticato sul soggetto in data 12 marzo 2021, in esito al quale lo stesso manifestava delle complicanze trombotiche, con prevalente interessamento delle strutture vascolari e del circolo celebrale e trombocitopenia…’ è all’interno della casa produttrice del vaccino Covid 19 AstraZeneca ovvero tra chi si è occupato della sua distribuzione e conservazione che andranno individuati, eventualmente, i soggetti responsabili”.
Sono, appunto, parole nette. Che, ovviamente, dovranno ricevere conferma da ulteriori pronunciamenti e accertamenti. Ed è questo che si chiede: che le indagini vadano avanti.
“Certo è che tra le reazioni avverse di cui alla nota informativa allegata al modulo di consenso informato sottoscritto dall’Avvocato Mario Turrisi – si legge ancora – non vi era alcuna segnalazione circa il rischio di formazione di coaguli di sangue, associati a bassi livelli di piastrine. Non è secondario osservare che, come confermato dal medico curante, l’Avvocato Mario Turrisi era un uomo di 45 anni, senza patologie, che godeva di buona salute, come risulta dalla documentazione in atti”.
Sono quasi le stesse parole che un altro legale, l’avvocato Daniela Agnello, ha scritto, come opposizione alla richiesta di archiviazione del caso della professoressa Augusta Turiaco, morta anche lei dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca: “La famiglia Turiaco continua a chiedere verità e chiarezza, lamenta la mancata risposta agli inquietanti e allarmanti interrogativi rimasti senza indagine rispetto ad un vaccino non sicuro dal momento che ha causato la morte di Augusta”.
Parole come quelle dei legali della famiglia di Davide Villa, poliziotto morto pure lui dopo la prima dose di AstraZeneca: “Nonostante la relazione dei consulenti della Procura di Messina abbia stabilito il nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e il decesso, è stata presentata richiesta di archiviazione del procedimento penale”.
“Sussistono ancora molti aspetti da chiarire – dicono sempre i legali – e in particolare sullo studio di eventuali effetti collaterali dovuti alla somministrazione, come quello che ha purtroppo causato il decesso di Davide Villa. In ogni caso riteniamo, e chi scrive non è certamente un no vax, che lo Stato dovrebbe essere vicini ai familiari delle vittime dei vaccini, che peraltro, fortunatamente, costituiscono una percentuale molto bassa. Sarebbe questo un segno importante per rafforzare la fiducia tra cittadini e istituzioni, soprattutto in questo particolare momento”.
I vaccini hanno salvato tantissime persone, nonostante la surreale ideologia no vax, e ci permetteranno di uscire, prima o poi, dalla pandemia. Ma se esistono sospetti o dubbi, su casi singoli, o perfino qualcosa di più, non è possibile voltare la testa dall’altra parte. Nessuna mutilazione, nessuna bomba esistenziale che abbia distrutto la vita di qualcuno, lasciando i suoi cari nella desolazione, può essere dimenticata. Nessuno di noi è un mero effetto collaterale.
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01 Febbraio 2022, 16:33