Vaiolo delle scimmie in Sicilia: il primo referto è negativo

Vaiolo delle scimmie in Sicilia: il primo referto è negativo

Arriva il primo responso.

Referto negativo per uno dei due pazienti l’altro arriverà domani. E’ il responso che arriva sui sospetti casi siciliani di vaiolo delle scimmie. Sono due le persone ricoverate al Policlinico di Palermo per cui si aspettava il referto dal laboratorio dell’ospedale Spallanzani di Roma. La prima risposta è una notizia che fa tirare un sospiro di sollievo.

Nel frattempo, secondo una circolare del ministero della Salute: la vaccinazione post-esposizione contro il vaiolo delle scimmie “idealmente entro quattro giorni dall’esposizione, può essere presa in considerazione per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici”.

La circolare dice anche altre cose di cui tenere conto: “Attualmente, si conosce poco sull’idoneità delle specie animali europee peri-domestiche (mammiferi) a fungere da ospite per il virus del vaiolo delle scimmie. Tuttavia, si sospetta che i roditori, e in particolare le specie della famiglia degli Sciuridae (scoiattoli), siano ospiti idonei, più dell’uomo, e la trasmissione dall’uomo agli animali (da compagnia) è quindi teoricamente possibile. Un tale evento di spill-over – si sottolinea nella circolare – potrebbe in ultima analisi portare il virus a stabilirsi nella fauna selvatica europea e la malattia a diventare una zoonosi endemica”.

La circolare prevede anche antivirali specifici da destinare a chi ha sintomi gravi nell’ambito di protocolli sperimentali e vaccinazione post esposizione per i contatti a rischio più elevato. L’adozione di contromisure di tipo medico-farmacologico contro il vaiolo delle scimmie, si legge, “inclusi specifici antivirali, può essere presa in considerazione nell’ambito di protocolli di uso sperimentale o compassionevole, in particolare per coloro che presentano sintomi gravi o che possono essere a rischio di scarsi risultati, come le persone immunodepresse”.


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