14 Aprile 2022, 15:59
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Onorevole Carolina Varchi, lei che ne pensa?
“Penso che la situazione sia gravemente compromessa. C’è una distonia tra quello che si dice e quello che si fa, unita all’incapacità di svolgere un ragionamento complessivo”.
Carolina Varchi, candidata di Fratelli d’Italia a sindaco di Palermo. Anche lei, coinvolta in prima persona, cerca di trovare il rimedio adatto al capezzale di un centrodestra diviso su tutto. Ma gli ultimi sviluppi confermano che, se non sarà impossibile, nemmeno facile è.
Non sarà anche un po’ colpa vostra?
“Noi, veramente, siamo coerenti e abbiamo detto sempre la stessa cosa. Il ragionamento deve essere unitario, tra Palermo, Messina e Regione. Un ragionamento politico, mica una spartizione. Ma siccome mi pare che non ci sia una concreta volontà in tal senso, a prescindere dalle dichiarazioni di principio, noi andiamo avanti su Palermo”.
Perché lei sarebbe meglio degli altri?
“Mai detto questo, dico solo che sto verificando un percorso. A novembre, quando Giorgia Meloni ha lanciato la mia candidatura, tutti dicevano: ma chi è questa? Poi mi sono messa a girare assiduamente, a parlare con tutti e ho percepito una curiosità iniziale che è diventata fiducia”.
Fiducia in che cosa?
“Nella possibilità di cambiare. Ho avuto il gradimento di tante persone di destra che militano in altri partiti e che vengono per dirmi: siamo con te. Ma anche a sinistra, per quanto possa suonare strano, c’è chi mi guarda con simpatia e che si fiderebbe di me, piuttosto che di quelli che hanno portato la città allo sfascio”.
Per la verità, qualcuno sussurra che proprio lei non sia contentissima, eventualmente, di doversi occupare di una situazione drammatica come quella di Palermo. E che sarebbe, invece, felice di fare un passo indietro.
“Smentisco una simile illazione. Io concepisco la politica come servizio, non cerco affermazioni personali. Faccio l’avvocato e sono già realizzatissima. Il dato è un altro, semmai”.
Quale?
“Giorgia Meloni ha dimostrato di credere nel rinnovamento, di essere libera di privilegiare la militanza come i meritevoli della società civile. La mia candidatura nasce così e io ne sono onorata. Certo, so che la poltrona di villa Niscemi non sarebbe un approdo facile, ma amo la mia città”.
E se Giorgia le dicesse: Carolina, alla Regione abbiamo chiuso tutti insieme su Musumeci, devi rinunciare?
“Giorgia Meloni è, intanto, una leader che rispetta la sua classe dirigente perché sa di poter contare sulla nostra lealtà e io, lo ripeto, sono onorata che la scelta del partito per Palermo sia ricaduta su di me. Ma credo che questa opzione, che era alla base del nostro ragionamento, oggi non sia più sul campo. Anzi, posso affermare che non c’è più e non per causa nostra. Io vado avanti”.
Il centrodestra diviso consegnerà Palermo a Miceli e al centrosinistra?
“Franco Miceli non vincerà mai al primo turno. Il centrodestra avrà un candidato al ballottaggio e sarò io”.
Nel caso che farà?
“Chiamerò gli amici che si sono candidati e gli chiederò uno sforzo. Insieme vinceremo per non regalare, ancora una volta, Palermo a chi si è reso responsabile della barbarie del cimitero dei Rotoli e di altre nefandezze”.
Eppure, il centrosinistra canta già vittoria. L’assessore Giusto Catania vuole scongiurare il ritorno dei ‘barbari’. Credo che si parli di voi.
“Catania è il perfetto prototipo del politico di sinistra: quando non ha argomenti, demonizza. Avrà molto tempo per riposarsi. Dal 12 giugno Palermo non sarà un problema suo e la sua azione politica fallimentare non sarà più un problema per Palermo”.
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14 Aprile 2022, 15:59