01 Aprile 2022, 19:24
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Onorevole Carolina Varchi, la stessa domanda anche per lei: consiglierebbe di scommettere sulla sua candidatura a sindaco di Palermo? A proposito: sindaco o sindaca?
“Io consiglio sempre di scommettere su di me. Va benissimo sindaco. La guerra delle desinenze non mi ha mai appassionato”.
Sono ore di consultazioni che uno scrittore di scarsa fantasia definirebbe ‘febbrili’ nel centrodestra. Salvini ha ribadito che la Lega non intende restare a bocca asciutta. Musumeci ha incoraggiato Lagalla. Miccichè non si muove… In questo clima di attesa c’è pure la candidata di ‘Fratelli d’Italia’, sospesa tra la voglia di andare avanti comunque e la teoria di una sintesi che, ancora, non si materializza in prassi.
Che succede nel centrodestra, onorevole?
“Che sta vivendo una fase anomala a livello nazionale. Ci sono forze che governano con la sinistra, c’è un problema di baricentro. Ma io mi chiedo perché le regole che ci siamo sempre dati, che prevedono la riconferma degli uscenti, ora non siano più valide. Altra regola: si decide insieme”.
Lei a Palermo e Musumeci a Palazzo d’Orleans? Gli altri diranno che è un po’ troppo. Anzi, l’hanno già detto.
“Io non ho di queste preclusioni e non ne capisco il motivo. Noi abbiamo sostenuto Bernardo a Milano e Fontana per la regione Lombardia, entrambi proposti della Lega. E mi pare che Milano e la Lombardia siano in Italia come Palermo e la Sicilia. Gli equilibri cambiano, i sondaggi dicono che possiamo vincere. Nonostante questo, Fratelli d’Italia non si sottrae al confronto, né mai lo farà”.
Ma quella famosa sintesi del centrodestra è ancora possibile?
“Certo che lo è”.
Nel caso, lei sarebbe disposta a un passo indietro?
“Non è uno scenario di cui abbiamo parlato e non è attuale. Io sono in campo. So, ovviamente, che i problemi di Palermo hanno bisogno di una coalizione ampia e dell’impegno di tutti”.
Palermo come pedina di scambio di una partita a scacchi nazionale e regionale?
“E’ un’analisi che non comprendo, non in termini di disvalore, almeno. Ci si struttura con il partito a livello nazionale: è la politica. E allora che si dovrebbe dire di Franco Miceli, candidato del centrosinistra, che è andato a Roma in pellegrinaggio dal Pd e dai grillini? Se lo fa lui va bene?”.
Che campagna elettorale sta conducendo?
“Sto sempre in giro, in mezzo ai palermitani, un rapporto non mediato grazie ai social con cui chiunque può contattarmi direttamente. Sto con chi vive Palermo, con chi la soffre, con chi regge la sua economia. E sono molto preoccupata per i guasti dell’amministrazione Orlando, per il piano di riequilibrio che, nelle note degli uffici, è molto nebuloso con obiettivi, di fatto, irrealizzabili. Un tremendo regalo con cui dovrà fare i conti la prossima amministrazione, l’ultimo fardello del sindaco che, per fortuna, sta per finire il suo catastrofico mandato”.
Lei, invece, che propone?
“Una totale discontinuità. Solo che io, a differenza di altri, posso affermarlo senza apparire incoerente. Gli ultimi anni sono stati vissuti con il presupposto dell’inimicizia del potere nei confronti del cittadino. E questo lo ha fatto la sinistra. Il sindaco di Palermo deve parlare con i palermitani, deve farli sentire protagonisti, deve dare e ricevere fiducia. Poco fa, ho visto un autobus che pareva un carro bestiame, con le persone che, a momenti, uscivano dal finestrino. Vivere a Palermo non deve essere una punizione”.
E i palermitani che incontra cosa dicono a Carolina Varchi?
“Mi chiedono: ‘Ma cu tu fa fari?’. E poi mi spiegano che sono rassegnati. Chi me lo fa fare? L’amore per la mia città e la rabbia che provo nell’osservarla nelle condizioni in cui è. Non se ne può più”.
Musumeci ha incoraggiato Lagalla, un altro dei papabili. Che ne pensa?
“Non è la lettura giusta. La conferenza stampa a cui ci si riferisce, con le parole pronunciate dal presidente, era un semplice atto di cortesia istituzionale per le dimissioni dell’assessore Lagalla”.
Con cui lei ha ottimi rapporti.
“Come con Francesco Cascio, con Francesco Scoma e con Totò Lentini. Veniamo da percorsi comuni, ci conosciamo e ci stimiamo. E’ una ricchezza, non un impedimento”.
La prima cosa da fare, se lei fosse sindaco?
“Costruire una città a misura di famiglie, che permetta, per esempio, alle mamme di essere mamme e lavorare grazie ai servizi offerti”.
Lei ha fatto arrabbiare l’assessore Catania. L’ha accusata di voler tornare indietro per cancellare le ‘conquiste’ sulla mobilità.
“Catania ha risposto a una dichiarazione che ha sentito solo lui, una cosa inventata. Io ho detto che la sua Ztl non funziona, che è una ipocrisia, messa lì per fare cassa. Non si tutela l’ambiente, ma intanto via Roma è diventata un deserto. Bisogna cambiare passo e ridare Palermo ai palermitani”.
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01 Aprile 2022, 19:24