27 Novembre 2020, 16:29
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PALERMO – Il completamento del primo lotto dell’Anello ferroviario slitta, i responsabili dei lavori rimediano come possono e i commercianti prendono atto di nuovi disagi. È la sintesi di un vertice concluso nel primo pomeriggio sulla mega opera nel capoluogo siciliano, i cui cantieri in centro hanno accusato una battuta d’arresto. Inizialmente era previsto che la zona venisse liberata dai lavori entro la fine di novembre, ma la settimana scorsa la Rete ferroviaria italiana e la ditta incaricata D’Agostino Costruzioni hanno evidenziato ritardi fino al 28 febbraio.
L’incidente di percorso non fa felice neanche il Comune, come già manifestato dal sindaco Leoluca Orlando nei giorni scorsi, che aveva chiesto a Rfi e D’Agostino ulteriori sforzi per portare a compimento l’Anello ferroviario senza altri intoppi. Alla riunione di oggi hanno partecipato gli assessori alle attività produttive Leopoldo Piampiano, alla Mobilità Giusto Catania e alla Rigenerazione urbana Maria Prestigiacomo, che hanno confermato le tempistiche già emerse anche durante un recente sopralluogo del viceministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri.
Gli addetti ai lavori hanno fatto presente a Mobilita Palermo che il ritardo dei lavori all’imbocco di via Ruggero Settimo è dovuto anche alla tragica alluvione del 15 luglio. La bomba d’acqua ha allagato pozzetti e canalizzazioni, comportando il rifacimento di tutti gli interventi ai sottoservizi. Gli ingegneri aggiungono che in ogni caso le trivelle hanno sempre dovuto operare in spazi ristretti, riscontrando anche la difficoltà di perforare ingenti banchi di minerali che hanno dimezzato la produzione usuale dei macchinari. A giocare un ruolo decisivo gli stringenti limiti in merito alle vibrazioni, che vanno mantenute basse per non danneggiare il chiosco e il fabbricato all’angolo con via Amari.
Durante la riunione sono stati presentati i palliativi che accompagneranno lo shopping delle feste natalizie: il 15 dicembre i lavori si fermeranno e verrà sgomberato il ‘tappo’ all’imbocco di via Ruggero Settimo; i pedoni potranno percorrerlo provvisoriamente grazie a un corridoio largo sette metri (in azzurro nell’immagine), che porterà fin dove si trovano i primi negozi della strada. L’attraversamento sarà possibile fino all’11 gennaio, poi il passaggio verrà richiuso per riprendere i lavori. Inoltre, sempre dal 15 dicembre, nella parte di cantiere all’angolo fra via Ruggero Settimo e via Emerico Amari (in verde) verrà adottata una recinzione ‘soft’: gli attuali pannelli fonoassorbenti a protezione dei lavori verranno sostituiti da barriere trasparenti. Stando ai grafici presentati durante l’incontro, questa configurazione verrà mantenuta anche oltre l’11 gennaio.
“Come amministrazione è stata mantenuta fede a un percorso di chiarezza – commenta a margine l’assessore Piampiano – che ci ha visti adoperarci per mettere le attività economiche a conoscenza del cronoprogramma sull’Anello ferroviario. È chiaro che il dispiacere nell’appurare ritardi è comune a tutti, ma apprezziamo la disponibilità di Rfi e la ditta in riferimento agli interventi. Queste scelte ci erano già state anticipate e oggi sono state rappresentate con chiarezza alle associazioni di categoria. È vero che avremo un incrocio non fruibile totalmente – ammette – però l’interruzione dei lavori, le barriere fisiche ma non visive e la creazione del varco sono comunque un segnale di grande attenzione verso un sito che per tutti è il cuore della città”. L’assessore infine fa presente che durante la riunione è stato confermato lo sgombero della parte bassa di via Amari “a breve”.
Durante la riunione sono intervenuti i presidenti palermitani di Confesercenti, Confcommercio e Confartigianato. “Prendiamo atto dello slittamento – commenta Francesca Costa, presidente di Confesercenti Palermo –. siamo delusi e amareggiati, ci auguriamo che stavolta le tempistiche vengano rispettate perché i negozianti erano già sul baratro. Figuriamoci adesso, con ulteriori problemi di viabilità nel periodo natalizio”. Il presidente di Confesercenti propone dei ristori per i negozi colpiti dal ritardo, sottolineando che “i negozianti del centro, come tantissimi altri, aspettano ancora l’occasione per riaprire registratori di cassa ormai pieni di ragnatele”.
“Abbiamo constatato le specifiche tecniche, rispetto alle quali abbiamo poca competenza – dice Giuseppe Pezzati, presidente di Confartigianato Palermo –. Il nostro problema è uno: purtroppo a causa di questo cantiere avevamo già sacrificato gli sconti di luglio in vista di uno sgombero per Natale, ma non stiamo raccogliendo i frutti. Una doccia fredda per tutti quanti. Personalmente, in riunione mi sono soffermato su un programma più ampio: la fine dei lavori all’Anello ferroviario in generale è ancora fissata a giugno 2021 come da cronoprogramma? Mi è stato risposto che ora si tratterebbe della fine del 2021, ma sarebbe sempre bene conoscere anche le motivazioni”. Pezzati sottolinea che nelle sue parole “non c’è polemica, ma solo interesse verso l’opportunità che ci viene data di seguire i cantieri e dare notizia ai nostri associati. Ci auguriamo che questo dialogo fra gli attori che si sono confrontati oggi prosegua e porti risultati”.
Più dura la posizione di Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, che parla di una situazione “inaccettabile. E non solo perché siamo al sesto anno di cantieri senza che si parli di una fine. A giugno ci è stato chiesto di anticipare il rilascio di alcune aree per far svolgere i lavori contestualmente alle altre aree di cantiere già aperte, e noi abbiamo accettato solo a fronte di una restituzione delle aree entro il 30 novembre”. Secondo Di Dio “impegni come questo, per i quali ci si mette la faccia e che sono dolore, diventano anche più dolore. Non solo sono stati compromessi i primi giorni dei saldi estivi, che in questi mesi di pandemia sarebbero stati una boccata d’ossigeno, ma ora non c’è nemmeno la possibilità di un Natale liberi dai cantieri”. Poi chiede: “Perché a pagare questo conto sono sempre le aziende? Possibile che non ci sia rispetto per gli unici che in città creano lavoro, nonostante si vada incontro alla potenziale perdita del 50 per cento delle imprese a causa della pandemia? Ho chiesto un ripristino dello stato dei luoghi perché in questo momento è proibito sbagliare, doveva essere un impegno preso con più onore degli altri”.
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