29 Gennaio 2015, 13:06
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CATANIA – Preoccupazioni e perplessità per una variante che, così come è stata pensata “non risulta condivisibile perché lacunosa e pericolosa”. A parlare sono i rappresentanti della Confcommercio etnea che hanno organizzato una conferenza stampa per illustrare la posizione dell’associazione nei confronti dell’atto urbanistico studiato dalla giunta comunale e che, stando a quanto ribadito in più di un’occasione dal sindaco Bianco e dall’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo, dovrebbe servire a organizzare e pianificare il centro storico in attesa che possa essere elaborato un piano regolatore di respiro metropolitano.
Un concetto espresso anche nel corso della presentazione alla città della variante, ma che non convince, appunto, i commercianti, per le implicazioni generali che alcuni punti in particolare potrebbero avere sul sistema città. Forti preoccupazioni, quelle espresse da Confcommercio che torna a chiedere un confronto serrato con l’amministrazione. “Abbiamo interesse e bisogno di parlare con l’amministrazione – spiega Francesco Sorbello, vice direttore provinciale – per il bene della città. In merito alla variante – continua – vogliamo rassicurare i cittadini che seguiremo l’iter passo passo perché le scelte che verranno effettuate avranno ripercussioni dirette sullo sviluppo di Catania”.
Secondo Confcommercio, il primo problema contenuto nella proposta di variante è che “è un piano che non fa scelte o, quando le fa, queste non sono condivisibili”. E via con gli esempi: in relazione agli ospedali dismessi, santa Marta e Vittorio Emanuele. “Nella variante – afferma ancora – si parla delle destinazioni degli ospedali dismessi ma viene affermato tutto e il contrario di tutto. Per quanto riguarda il Vittorio Emanuele, ad esempio – continua – in una zona a vocazione scolastica e universitaria, si prevede o un campus o unità abitative. Sono previsioni in contrasto e va effettuata una scelta”.
Confcommercio non ritiene sostenibile prevedere funzione abitativa per i due nosocomi dismessi, tre con il Santo Bambino, per cui sarebbero previsti 100 mila metri cubi destinati a funzione residenziale (in una città senza verde, senza parchi urbani) e suggerisce di destinare al sistema universitario – campus e parcheggi, le superfici liberate. Ma non è tutto. “Non si affronta la questione dei parcheggi del centro storico – prosegue Sorbello. Non ci sono previsioni, eccetto per il parcheggio di piazza Lupo. Insomma – incalza – quello che hanno predisposto è un piano che rimanda ad altre decisioni”.
Per quanto riguarda, nello specifico, l’impatto sul commercio, l’associazione etnea chiede di stralciare interamente il capitolo 10 della bozza di variante e sostituirlo dopo un confronto con gli operatori e la cittadinanza. E dopo aver prodotto atti fondamentali per la comprensione della sostenibilità contenute nella proposta. Come ad esempio per quanto riguarda le pedonalizzazioni (non ci sono studi di settore a supporto della chiusura al traffico di porzioni di città) o il fatto che in variante vengano escluse dal centro storico le grandi superfici commerciali. “Ciò significa che negozi come la Rinascente non potranno più aprire in centro – prosegue – quando queste consentono il recupero edilizio dei grandi edifici dismessi e, aspetto da non sottovalutare, contrastano la presenza dei grandi centri commerciali”.
Ma è un altro l’aspetto che fa sgranare gli occhi ai rappresentanti di Confcommercio: la necessità di assoggettare a nulla osta della sovrintendenza ai Beni culturali le autorizzazioni commerciali. “Da nessuna parte del mondo esiste una cosa del genere”. Restano a disposizione, scrivono nella nota consegnata alla stampa, i rappresentanti di Confcommercio. “All’amministrazione porgiamo la nostra disponibilità a migliorare la proposta di variante ed in particolare a rivedere, insieme ai tecnici comunali ed a titolo gratuito – conclude Sorbello – tutto il capitolo dedicato al commercio. Ogni giorno è vita nuova ed una nuova esperienza. Confcommercio c’è e attende che la componente politica della Città la convochi. Più chiari di così”.
Una “stoccata” alla giunta comunale riferita alla polemica sulla viabilità di corso delle Province che ha visto amministrazione e Confcommercio arrivare ai ferri corti. Tanto che sembra che da Palazzo degli Elefanti abbiano “chiuso le comunicazioni”.
“Siamo peccatori nei confronti dell’amministrazione comunale, ma noi non siamo assoggettabili – afferma Giovanni Saguto. Se una cosa ci convince la appoggiamo, se non ci convince il nostro dovere è contrastare. Le rotatorie in via D’Annunzio – aggiunge – le riteniamo inutili, inopportune e dannose: pensiero condiviso anche dai cittadini e dagli utenti. E invece – prosegue – il Comune di Catania a quest’area sta dedicando una attenzione estremo, con grande spreco di denaro pubblico che poteva essere usato meglio. Ci hanno fatto sapere che l’amministrazione non dialogherà più con noi perché ci siamo permessi di dire che eravamo contrari – continua. E noi lo ribadiamo: questo sistema viario incide moltissimo sulla città e questo provvedimento non va calato dall’alto”
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29 Gennaio 2015, 13:06