Vedova Carabiniere ucciso: “Il governo ci ha preso in giro”

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21 Giugno 2011, 18:56

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A sei mesi dal via libera da parte della Cassazione al riconoscimento del diritto al risarcimento per i familiari dei caduti italiani di Nassiriya (12 carabinieri, cinque militari e due civili), ”non c’è ancora nessuna certezza su quelle somme”. Silvano Filippa, padre del lagunare Andrea, morto nell’attentato del 12 novembre 2003 afferma di aver scritto direttamente e tramite l’avvocato al ministero della Difesa: ”non ho ricevuto nessuna risposta, nemmeno per educazione”.

Eppure ricorda, le famiglie già nel 2010 avevano avuto rassicurazioni dal ministro La Russa: ”il signor ministro ci ha chiesto di formulare una richiesta, anche se la vita di mio figlio non ha un prezzo, ho chiesto 3 milioni di euro pensando alle mie figlie”. Un milione di euro a testa per sè e per i suoi due figli, Simone di 16 anni, e Leonardo di 12 è la cifra richiesta anche da Giusy Bruno, moglie di Massimiliano Bruno, carabiniere di Catania. Suo figlio più piccolo ha dei ”problemi”, una leggera disabilità, dopo la morte del padre. Teme di non avere mai le somme richieste ”perchè lo Stato non ha soldi”.

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Spiega che le famiglie delle vittime, dopo tanti anni di tribunale (si sono costituite parte civile contro i generali al comando delle operazioni), hanno avuto un piccolo indennizzo appena dopo la tragedia: ”niente”, dice, 66 mila euro per ciascun familiare. La Prima sezione penale della Cassazione l’11 gennaio ha annullato con rinvio alla Corte di appello civile di Roma la sentenza d’appello, il generale Stano sarà chiamato al risarcimento e, a sua volta, chiamerà in causa il ministero della Difesa. Ai familiari della vittime risulta che il ministro si sia impegnato ai risarcimenti bypassando ulteriori vie legale. ”Da allora abbiamo scritto e telefonato, ma non abbiamo saputo più altro. Il governo ci ha preso in giro – si sfoga la signora Bruno – noi vogliamo solo i nostri diritti, senza trascinarci più oltre”.

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21 Giugno 2011, 18:56

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