Veleni, parcheggi e privatizzazione | Nico Torrisi alla sfida aeroporto

di

22 Ottobre 2016, 06:05

6 min di lettura

CATANIA. “Personalmente, non ho nulla da dire sulle precedenti gestioni, io non esprimo giudizi. Io sono qui per dare risposte e risolvere questioni che restano spinose ed urgenti: i giudizi si danno all’Università oppure vengono espressi dal magistrati. E questo è un piacere che non è mio”. Nico Torrisi non potrebbe dirlo in un modo migliore. Il nuovo ad della Sac, la società che gestisce lo scalo di Fontanarossa, lascia che il suo fioretto vada a segno in modo del tutto naturale. Sebbene il suo resti un modo gentile e diplomatico per dire che è tempo di voltare pagina. E di ribadire, a chi ancora fa finta di non accorgersene, che l’aeroporto è una cosa seria. Lo testimonia anche il suo cellulare che nel corso di mezz’ora scarsa di intervista diventa il crocevia infuocato di telefonate e whatsappate in chiave Fontanarossa: “Rispondo a tutti consapevole che non si tratti solo della frenesia del momento. Sarà sempre così”. Ci sta. Così come dovrebbe essere, del resto.

Torrisi, il Suo ritorno in sella alla Sac cosa significa per l’aeroporto di Catania?
“Quello che significa e avrà significato lo vedremo alla fine del mio mandato. Io spero di riuscire a fare lo stesso, in termini di soddisfazione personale, che ho fatto nei tre mesi che mi videro già amministratore delegato della Sac quatto anni fa”.

Mi dice come ha vissuto le recenti vicissitudini legate alla Laneri e tutto quello che, poi, è accaduto: insomma, qual è stato il suo stato d’animo?
“Mi ha sorpreso e amareggiato il fatto che sia stato tirato fuori il nome di una persona come Ornella Laneri che era e resta una mia amica che stimo profondamente. Mi è sembrato che si sia voluto creare una vicenda poi finita come peggio non avrebbe potuto. Personalmente, ho invece vissuto con piacere e soddisfazione il fatto di essere stato espressione pressoché unanime del mondo imprenditoriale”.

Eppure, c’è anche chi ha provato a mettere in discussione la Sua stessa nomina.
“Guardi, è stato un evolversi delle cose che ho vissuto in silenzio. Aspettando che le cose facessero il loro corso e nella consapevolezza che la disponibilità che mi era stata chiesta dalla Camera di Commercio di Ragusa e dal mondo camerale, si è fin da subito trasformata in un sostegno fermo e deciso”.

Senta, ma chi era che non voleva e – soprattutto – perchè, la Sua nomina?
“Chi non mi avesse voluto nel passato, è agli atti della storia. Oggi, non saprei. Nè, tantomeno, mi importa cercare fantasmi o nemici. Anche tante cose strampalate che sono state dette in questi giorni lasciano il tempo che trovano: io conto solo di pacificare questa azienda che ha bisogno di “svelenirsi”. Adesso, contano solo le cose da fare”.

E, allora, veniamo a quelle: cos’è oggi l’aeroporto di Catania?
“E’ certamente e senza falsa retorica la più importante azienda in termini di potenziale sviluppo del territorio della Sicilia centro-orientale: un’azienda che vive su piani e realtà diverse. Ci sono le aspettative della cittadinanza e degli utenti che chiedono servizi più efficienti e un aeroporto certamente con più appeal. Lo dico senza imbarazzo: quante volte si è rischiato di perdere l’aereo per via di code interminabili? Dobbiamo assolutamente evitare deplorevoli situazioni del genere”.

E com’è che si interviene?
“La soluzione è molto banale. E’ la quantità di personale da impiegare ai varchi che garantisce che tutto funzioni al meglio. Basta organizzarsi. Perché non è che si parte all’improvviso: i voli sono programmati e allora, come dicevo, occorre solo organizzarsi. E’ impensabile assistere a trecento metri di fila con le persone che arrivano quasi fino alle porte dell’aerostazione. E’ indecoroso”.

Articoli Correlati

I servizi di Fontanarossa vengono giudicati a dir poco carenti da tanti nostri lettori.
“Ed è così. Inutile rispolverare polemiche vecchie. Ma i bagni più puliti, un arredo e un decoro certamente diversi non sono sciocchezze. Ma c’è anche un altro piano sul quale cimentarsi e che, probabilmente, interessa meno il grande pubblico”.

Quale?
“Sono i problemi dell’aerostazione i cui clienti non sono i passeggeri bensì le compagnie aeree. L’aeroporto ha la necessità di rendersi maggiormente attraente anche per loro: lavorando col prodotto che abbiamo, ovvero oltre che con Catania pure con Comiso. Siamo chiamati a lavorare anche sul cosiddetto “commerciale non aviation” e cioè su tutte quelle che sono le attività che determinano oltre il 50% degli incassi di un aeroporto nazionale o internazionale: alludo, ad esempio e tanto per capirci, al sistema dei parcheggi”.

E qui cosa pensa di fare?
“Beh, intanto, vediamo di definire la questione legata al “Goretti” in modo che l’aeroporto di Catania possa avere una struttura di parcheggi adeguata rispetto – ad esempio – all’aeroporto di Venezia o di altre realtà. Si tratta di un punto non solo fattibile: ma doveroso. E sul quale sarà inevitabilmente protagonista anche il nostro ormai imminente e nuovo socio quale il Comune di Catania”.

Tanti lamentano il fatto che a Fontanarossa non vi sia una grande offerta legata al low-cost.
“L’aeroporto di Catania fa gola a quasi tutte le compagnie: ma i cosiddetti slot o, comunque, il numero di aerei e di voli che si possono effettuare, sono quelli. E non ce li possiamo inventare. E, intanto, occorre sfatare la famosa storia legata all’allungamento della pista: la pista non si allunga perché non è una fisarmonica e per farne una oltre i 3 chilometri bisogna farne una seconda di pista”.

E, quindi, che si fa?
“Le dico che già la prossima settimana vi saranno due incontri importantissimi prima a Palermo e poi a Roma perchè noi ci aspettiamo che possano essere utilizzati parte dei Fondi Fsc per il famoso interramento della ferrovia sotterrata della stazione Bicocca che porterà alla creazione di una seconda pista che sarà determinante. Per fare un turismo di medio e lungo raggio o per fare atterrare aerei più capienti abbiamo bisogno di questo. Tutto il resto è filosofia”.

All’orizzonte si prospetta, intanto, la privatizzazione di Fontanarossa. La Sua posizione qual è?
“Io posso dire che come Amministratore delegato, avrò il compito assieme a tutto il resto del Cda di ascoltare qual è l’intenzione dei soci e che peraltro mi sembra piuttosto chiara in quanto si va verso un percorso di privatizzazione. Io ho un unico dovere, che può apparire banale ma che è bene rimarcare: visto che si tratta di un bene pubblico, va reso assolutamente redditizio e dobbiamo venderlo senza farlo a basso costo. Quello che posso dire già oggi è che si tratterà di un percorso assolutamente chiaro e trasparente senza sbandierare ipocriti vessilli di legalità. La priorità della mia amministrazione resta quello di rendere l’aeroporto più produttivo di quanto non lo sia stato finora. Ci riusciremo”.

Pubblicato il

22 Ottobre 2016, 06:05

Condividi sui social