23 Ottobre 2020, 06:15
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PALERMO – I tempi, le modalità e le dinamiche che riporteranno il Velodromo di Palermo ai fasti di un tempo sarebbero più complicati di quelli previsti dall’amministrazione comunale. Dopo le novità sullo stato dell’impianto polifunzionale in via Lanza di Scalea, ‘Livesicilia’ è stato contattato da Mario Scotto, ingegnere, responsabile unico del procedimento e direttore dei lavori. Scotto prende in esame quanto affermato da Francesco Teriaca, dirigente generale del Coime, replicando alle sue dichiarazioni punto per punto.
“Ritengo ci sia poca informazione sull’andamento dei lavori e leggo diverse inesattezze sull’aspetto amministrativo che li riguarda – esordisce –. Innanzitutto il dottor Teriaca parla di un ‘fermo non dovuto all’inerzia, ma più che altro per chiarire con precisione chi farà cosa’. Io rispondo che questo si sapeva già: avrei completato i lavori del campo del Velodromo entro il 15 dicembre 2019 ma i lavori sono stati inspiegabilmente bloccati il 15 novembre dello stesso anno, cioè il giorno dopo che Teriaca è stato nominato dirigente del Coime”.
Scotto osserva che “la Figc non potrebbe mai rigettare il progetto di un campo da gioco, cosa che spetta solo all’Amministrazione. Poi è normale che ci possano essere delle discrepanze fra i lavori dell’amministrazione e le prescrizioni della federazione, ma posso assicurare di aver seguito tutte le disposizioni federali per non disattenderle. I problemi riguardavano alcune pendenze ma li abbiamo risolti, anche grazie a una consulenza del docente universitario Manfredi Leone che è un esperto di campi da gioco”.
“Proprio la Figc anzi avrebbe dovuto effettuare un collaudo in corso d’opera – aggiunge Scotto – ma i pagamenti legati a questa operazione sono stati bloccati, appunto, dal dirigente del Coime. Tutti i materiali però erano già pronti per essere utilizzati, e sono ancora presenti in cantiere all’aperto e in balìa del maltempo. Questa inerzia ha provocato il deterioramento dei sacchi che contenevano questi materiali e quindi dei materiali stessi”. Lo si può vedere nelle foto inviate dallo stesso Scotto, datate primo ottobre 2020.
Il Rup del Velodromo di Palermo affronta anche il capitolo della tribuna coperta: “Anche in questo caso sarei riuscito a completare i lavori al massimo entro agosto 2020, con una cifra di 250 mila euro prevista in bilancio per acquistare i materiali, sostituire alcuni elementi della struttura e impermeabilizzarla. Il tutto avvalendosi proprio di lavoratori del Coime – aggiunge – quindi senza il bisogno di attendere che l’opera venisse inserita nel Piano triennale opere pubbliche. La gara andava indetta entro dicembre 2019, ma non è mai partita, e così i 250 mila euro sono andati in economia e nessun’altra cifra è stata prevista per il 2020. La nomina del nuovo progettista? È vero, tecnicamente è avvenuta, ma di fatto il dottor Teriaca ha nominato per la seconda volta la stessa persona con cui avevo lavorato io”.
Sull’ultimo ‘nodo’ illustrato da Teriaca, Scotto commenta: “L’impianto elettrico è già a norma, doveva essere completato ma si trattava di passaggi quasi esclusivamente burocratici come l’acquisizione di alcune certificazioni. A provare che i lavori fossero ormai alle ultime fasi sono tre grandi concerti che si sono svolti al Velodromo, che per andare in porto necessitavano di certificazioni della Commissione provinciale di controllo. E purtroppo – conclude il direttore dei lavori – non trovo esatto nemmeno che ‘i tempi siano ancora imprevedibili’ come afferma il dottor Teriaca: i tempi si possono prevedere e sono biblici. Fra l’inserimento dei lavori nel Piano triennale, il reperimento dei finanziamenti e tutte le procedure per la gara d’appalto, non si muoverà niente prima del 2022”.
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23 Ottobre 2020, 06:15