08 Giugno 2022, 18:36
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PALERMO – “Palermo nella vita di tanti italiani e nella mia è stato un luogo del dolore e della speranza, perché il bene e il male si sono combattuti a viso aperto in questa città. La mafia è stata messa fuori dal comune e dal luogo in cui si governa la città e oggi il rischio è che torni”. Lo ha detto Nichi Vendola, a Villa Filippina, a Palermo assieme a Giusto Catania, assessore comunale uscente e leader della lista Sinistra comune ecologista, per sostenere il candidato sindaco dell’area progressista Franco Miceli. Vendola non lesina critiche agli avversari e tocca un nervo scoperto.
“Mi lascia molto inquieto e triste l’idea che la partecipazione da protagonisti in questa campagna elettorale di Cuffaro e Dell’Utri – ha aggiunto – venga percepita come un fatto di folklore locale. E’ un segnale drammatico che dovrebbe chiamare in causa la coscienza civile di un Paese. Se tornano quelli che hanno saccheggiato questa città, quelli che hanno vissuto allegramente in territori ‘border line’ rispetto alla legalità, e a volte sono andati molti fuori – ha sottolineato – è un ritorno al passato che non fa male solo a Palermo, ma a tutta Italia”. “Aveva detto Lagalla che avrebbe passato al setaccio le liste, deve cambiare setaccio. Il problema non è il setaccio, ma lui e chi lo ha voluto. Lagalla è lo strumento nelle mani di antichi burattinai”. Lo ha detto ai giornalisti Nichi Vendola, già presidente della Regione Puglia e di Sinistra ecologia e libertà, a Palermo, per sostenere il candidato sindaco dell’area progressista Franco Miceli, sugli arresti per voto di scambio a Palermo.
Sull’argomento è intervenuto anche Miceli. “Non basta dire ‘Sono contro la mafia e le mie porte sono chiuse alla mafia’. La mafia si combatte con gli atti concreti, non con le parole. Le porte, e mi riferisco a quelle della coalizione che sostiene il candidato di centrodestra, erano già aperte e quando le chiuderà si troverà la mafia al di qua delle porte. Il suo atteggiamento ambiguo ha aperto le porte della coalizione a soggetti condannati”, ha detto Miceli. Poi l’appello ai palermitani a “fare fronte comune, unico, contro la possibilità che il governo della città possa essere inquinato da forze oscure. Mi auguro che i valori di Palermo non vengano messi in discussione da quello che potrà succedere dopo il 12 giugno e che i palermitani avranno la forza e la capacità di resistere a questo salto nel buio che la città può fare. Sono certo che i cittadini non cadranno di nuovo in una situazione torbida che riporta agli anni bui della città. Il processo di rinascita non può essere fermato”, ha sottolineato.
“Vanno salvaguardate le parti più deboli della popolazione, siamo stati tra quelli che abbiamo sostenuto il reddito di cittadinanza, anche io avevo dei dubbi e ce li ho anche ora sulla necessità di migliorare lo strumento, ma fino ad oggi è stato un argine per evitare una strage sociale. Penso al periodo della pandemia, senza questa misura, avremmo avuto un disastro, una strage sociale. Da qui dobbiamo ripartire per migliorare lo strumento”, ha detto Miceli. “Il reddito di cittadinanza è uno strumento di protezione, ma anche come fase di transizione verso la capacità di sviluppare lavoro e occupazione – ha aggiunto Miceli -. Se sarò eletto realizzeremo i Piani di utilità comunale per impiegare queste persone in attività utili alla città. Oggi in Italia e in Europa si parla di salario minimo: è un’idea assolutamente importante da sostenere”.
Non si lascia attendere la replica di Lagalla. “Nichi Vendola, turista dell’antimafia millantante, parla per puro diletto, senza concetto. Come può qualsivoglia puparo tirare i fili di un pupo che fili non ha? Io sono un uomo libero e forte, se ne faccia una ragione”, scrive su Twitter il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla.
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08 Giugno 2022, 18:36