09 Maggio 2013, 09:45
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PALERMO – “Non mi sono posto fuori dal Movimento 5 Stelle, ho soltanto espresso una posizione politica difforme da quella dei miei colleghi e dello stesso Grillo. Mi riterrò fuori allorquando riceverò ufficiale comunicazione da parte dello stesso Movimento 5 Stelle”. Così il vice presidente dell’Assemblea siciliana, Antonio Venturino, commenta la nota di ieri del gruppo parlamentare pentastellato secondo cui il deputato regionale sì è posto fuori dal Movimento per non avere versato parte della sua indennità.
“Apprendo con amarezza che ancora una volta l’attenzione dei miei colleghi si sia focalizzata su un piano meramente contabile, anziché prendere in considerazione un pensiero di natura strettamente politica – dice Venturino -. Ricordo ai miei colleghi ed in particolare al capogruppo Giancarlo Cancelleri che le cose non stanno come sbandierato sui giornali le scorse ore. Lo stesso Cancelleri sa infatti quale è la vera posizione che ho assunto, rinunciando sin da subito all’indennità di funzione e restituendo quando possibile parte del mio stipendio di deputato”. E “a proposito di restituzione, ricordo ai miei colleghi che a mancare all’appello è il solo bonifico di marzo. Sul piano della rendicontazione, ho espresso l’inopportunità di fare la stessa – conclude – per evitare attacchi e speculazioni da parte di chi passa il proprio tempo davanti ad un pc a fare le pulci su chi e come spende cento euro in più o in meno”.
“A nessuno sfugge il rapporto di causa ed effetto tra le mie critiche alla linea politica del Movimento e l’immediata gogna mediatici scatenata nei miei confronti. Non immaginavo che il M5S utilizzasse la macchina del fango contro chi all’interno, e nel mio caso con una carica istituzionale, pone argomenti critici di natura politica”. Lo afferma Antonio Venturino, il vicepresidente dell’Ars espulso dal M5S. “L’atteggiamento assunto nei miei confronti – rileva Venturino – dimostra ampiamente che ho ragione riguardo l’assenza di dibattito politico all’interno del Movimento, che preferisce argomenti di contabilità economica a quelli di natura politica che ho sollevato. Il mio intento era quello di sollecitare una riflessione sulla strategia e le opportunità politiche, e anche sapendo che per molti di loro è una cosa difficile speravo che almeno si sforzassero. Per quel che riguarda i rimborsi dei miei compensi non ho nulla da temere e so di aver tenuto un comportamento virtuoso. C’é chi invece testardamente insiste su questo punto, e ribadisco probabilmente per incapacità o mancanza di volontà nel trattarne altri, tentando di costringere i parlamentari eletti nel Movimento, a Palermo come a Roma, a un comportamento autolesionista il cui risultato ultimo, una volta raggiunto, sarebbe quello di mettere la classe politica in condizione di non poter svolgere bene il proprio lavoro, che è quello per cui la gente ci ha votato e che si aspetta da noi”. “Questa fissazione nel voler imporre misure draconiane e autolesioniste a chi, come me, ha le mani pulite e vuole continuare ad averle – puntualizza – è di fatto l’unica proposta programmatica attiva del Movimento. Immaginare un popolo di ricchi deputati che si possono permettere di fare politica per hobby, rinunciando perciò alla necessaria tutela economica, fa stranamente il paio con l’inerzia colpevole di un Movimento che con la sua staticità ha consentito a Berlusconi di riprendersi la guida del paese”.
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09 Maggio 2013, 09:45