20 Gennaio 2015, 14:03
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CATANIA- La Cassazione ha confermato le condanne, inflitte in appello al Gruppo Ciancio, per il licenziamento di Valter Rizzo, Alfio Sciacca, Fabio Albanese, Nicola Savoca, Katia Scapellato e Giuseppe La Venia. Telecolor è stata condannata al reintegro dei giornalisti, al versamento dei contributi e delle indennità, si tratta di centinaia di migliaia di euro che pesano come un macigno sugli equilibri dei bilanci aziendali.
Non si tratta di una vertenza qualunque, il caso Telecolor è stato al centro di interrogazioni parlamentari e manifestazioni organizzate da Articolo 21. Con l’acquisizione di Telecolor Ciancio controllò tutte le principali testate giornalistiche siciliane, ma i sei dipendenti della “vecchia” redazione non accettarono di lavorare al fianco di una “redazione parallela”, imposta dall’editore, che doveva occuparsi della creazione di contenuti. La tesi dell’azienda, ovvero che i licenziamenti fossero la conseguenza della crisi aziendale, non è stata accolta dalla Corte d’Appello, sezione Lavoro di Catania (Presidente Pasquale Nigro, relatrice Elvira Maltese, a latere Laura Renda). La Corte ha sposato appieno la tesi difensiva dei giornalisti, che sono stati licenziati “senza adeguata motivazione”, portando a termine -come hanno sostenuto i cronisti- una vera e propria “epurazione” dovuta all’indipendenza e all’imparzialità dei redattori divenuti “scomodi” per Telecolor.
Tra l’altro, proprio mentre il gruppo Ciancio licenziava, sono andate in porto le varianti per la costruzione dell’ospedale San Marco e del centro commerciale Icom proprio sui terreni dell’editore, garantendo incassi per decine di milioni di euro.
Adesso si apre una nuova fase, quella dell’esecuzione della sentenza.
I giornalisti intervengono chiedendo che “la famiglia Ciancio rispetti le sentenze della giustizia italiana e paghi i propri debiti”.
“La Cassazione -si legge ancora nella nota- ha in sostanza confermato che nel 2006 i giornalisti furono licenziati ingiustamente da Telecolor e andavano subito reintegrati nei loro posti di lavoro. Cosa che non è mai avvenuta. Ma c’è di più: Telecolor non hai rispettato neppure le sanzioni pecuniarie stabilite dai giudici del lavoro”.
I giornalisti ricordano che dopo il licenziamento “per quasi nove anni noi e le nostre famiglie abbiamo subito in solitudine tutto il peso legato alle difficoltà di una ricollocazione professionale praticamente impossibile a Catania e in Sicilia”.
Valter Rizzo, Alfio Sciacca, Fabio Albanese, Nicola Savoca, Katia Scapellato e Giuseppe La Venia sottolineano il “grandissimo valore morale della sentenza, conferma infatti che quella del 2006 fu una vera e propria “pulizia etnica” volta a spazzare via un gruppo di lavoro abituato semplicemente a fare il proprio mestiere di raccontare i fatti. Circostanza che, purtroppo, a Catania rischia di diventare eversiva. Sicuramente risultò sgradita all’editore e al gruppo di potere che ha dominato, e in parte ancora domina, la città”.
Gli ex giornalisti di Telecolor, che ringraziano Domenico e Giovanni D’Amati del foro di Roma e Salvatore Biancarosa di Catania, attendono che “il gruppo Ciancio ottemperi, finalmente, a una sentenza divenuta ormai inappellabile. Dal canto nostro siamo pronti a intraprendere qualunque azione la giustizia ci consenta per vedere finalmente riconosciuti i nostri diritti”.
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20 Gennaio 2015, 14:03