PALERMO – Il centrodestra siciliano cercherà ufficialmente una sponda romana per giungere alla riforma delle Province che reintroduca l’elezione diretta negli enti cancellati dal governo Crocetta. Questo, in sintesi, l’esito del vertice di maggioranza andato in scena a Palermo.
Chi c’era al vertice di maggioranza
Al tavolo per la Democrazia cristiana c’erano Totò Cuffaro e il segretario organizzativo per la Sicilia Carmelo Pace, mentre Fratelli d’Italia era presente con i coordinatori regionali Giampiero Cannella e Salvo Pogliese. La delegazione di Forza Italia era composta dal coordinatore regionale Marcello Caruso e dal vice coordinatore regionale dei giovani azzurri Fabrizio Tantillo. Per la Lega l’assessore regionale all’istruzione Mimmo Turano e per l’Mpa il coordinatore regionale degli autonomisti Fabio Mancuso. Noi moderati, infine, ha partecipato con il coordinatore nazionale Saverio Romano e quello regionale Massimo Dell’Utri.
Il nodo Province e le coperture romane
Sul nodo Province Romano Pogliese si sono proposti come portavoce delle istanze della Sicilia a Roma. Il centrodestra isolano chiede una copertura, “se non normativa almeno politica” come confida una fonte autorevole, all’operazione legislativa che all’Ars punta a rimettere in piedi il vecchio modello degli enti. Lo stesso presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, ha più volte posto l’accento sulla necessità che Roma approvi una norma con la quale si mandi in soffitta la legge Delrio e si riapra la strada all’elezione diretta.
Il ruolo di Romano e Pogliese
Se non dovesse arrivare la copertura normativa, la maggioranza che sostiene il governo Schifani chiede almeno la garanzia che Palazzo Chigi non impugni l’eventuale ‘controriforma’ approvata da Sala d’Ercole. Pogliese e Romano ne parleranno con il presidente del Senato, Ignazio La Russa. “C’è la volontà comune di lavorare in modo unitario per superare ogni ostacolo di natura normativa, burocratica e attuativa”, recita una nota unitaria diffusa al termine del vertice.
Noi moderati chiede spazio
Sul tavolo, però, anche i rapporti di forza nella coalizione e ancora una volta la voce che si è sentita è stata quella di Romano. L’ex ministro dell’Agricoltura ha posto con fermezza il tema dell’assenza del proprio partito dalla giunta comunale di Palermo, ricordando agli alleati che anche a livello regionale Noi moderati – “pur avendo dato il proprio apporto” a un’area importante del centrodestra sottoscrivendo con Forza Italia, Mpa e Dc la lista per le Europee – non ha ancora ottenuto una propria rappresentanza. Il nodo riguarda soprattutto la coabitazione nella stessa area con gli uomini di Lombardo. Noi moderati ha ricordato poi agli alleati la propria presenza anche all’Ars grazie al passaggio di Marianna Caronia nelle proprie file.
Le nomine di sottogoverno
Il tema del sottogoverno è una brace che cova sotto la cenere per il centrodestra. Non è un caso che la riunione sia stata riaggiornata a venerdì. Per quella data Romano e Pogliese dovrebbero avere notizie certe sul fronte delle Province ma bisognerà avere anche un quadro delle nomine negli enti e nelle Partecipate regionali da distribuire tra i partiti di maggioranza.
L‘accordo risalente all’ultima riunione, infatti, prevedeva la dead line del 31 gennaio per l’intesa sul Risiko delle nomine. La data è stata ricordata anche da altri alleati al tavolo di oggi. Almeno un centinaio i posti da distribuire: dai vertici Iacp all’Esa e al Crias, passando per Ircac, Consorzi universitari e Consorzi di bonifica. Su queste e altre poltrone il centrodestra avrà una settimana per trovare gli equilibri giusti.