06 Settembre 2013, 20:07
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PALERMO – Le minoranze di Sala delle Lapidi si preparano a dar battaglia in Aula. Poco più di una decina di consiglieri, rappresentanti di quasi tutti i gruppi di opposizione (assenti il Pd in blocco e l’Mpa di Angelo Figuccia, mentre erano presenti Mimmo Russo e Giorgio Calì), si sono infatti riuniti questa mattina a Palazzo delle Aquile per concordare una linea comune e chiedere un incontro al sindaco Orlando in vista delle prossime delibere.
Massimo riserbo sui contenuti del vertice, ma la riunione segna comunque un ricompattamento delle minoranze (o della maggior parte di esse) dopo che nei mesi passati si era parlato di una “terza gamba” e che spesso, durante i lavori d’Aula, le opposizioni si erano divise con toni anche assai accesi. “Abbiamo concordato che d’ora in avanti ci riuniremo prima di ogni sessione – dice uno dei presenti dietro anonimato – proprio per stabilire una linea comune”.
Il tutto sarà contenuto in un documento (delegato a scriverlo dovrebbe essere Giulio Cusumano dell’Udc) che verrà consegnato al sindaco, a cui i partecipanti chiederanno un incontro che dovrebbe tenersi all’inizio della prossima settimana. Un confronto con il primo cittadino che farà il paio con quello tenutosi a villa Niscemi con il Mov139. “Valuteremo gli atti senza alcuna preclusione – dice un altro dei convenuti – abbiamo apprezzato le parole del sindaco. Noi saremo minoranze responsabili che si iscrivono al partito di Palermo e lavorano per la città”. Inutile negare, comunque, che questo coordinamento tra minoranze potrebbe rappresentare per il sindaco anche una comoda sponda in caso di deflagrazione della maggioranza.
Tra i temi affrontati quello della Tares (verrà proposta una rateizzazione maggiore per il 2014), il Put, il piano triennale delle opere pubbliche ma anche il nuovo cimitero che, anziché a Ciaculli, potrebbe sorgere in un’area vicina a Bellolampo.
LA NOTA DI FIGUCCIA
“Oggi si è svolta una riunione dei gruppi di minoranza a Sala delle Lapidi – afferma Angelo Figuccia, capogruppo del Partito dei Siciliani-Mpa a Sala delle Lapidi – a cui non ho partecipato perché ritengo che questa opposizione sia variopinta e contraddittoria, dentro la quale non mi sento a mio agio. Desidero rappresentare, invece, quella minoranza coerente ed integralista che non cerca palcoscenici. In questo poco più di un anno di consiliatura, sono accaduti diversi episodi, con all’apice la questione del registro delle unioni di fatto e la sponsorizzazione del Comune al “Gay Pride” che, se da un lato, hanno visto la maggioranza giustamente compatta a difendere le proprie scelte, dall’altro, mi sono apparse ingiustificate le posizioni di quasi tutti i componenti della minoranza, che, in quanto variopinta, contiene elementi di contiguità con la maggioranza, come il Pd ed Ora Palermo, partiti e movimenti dichiaratamente di sinistra. Sono state, invece, ingiustificate le condivisioni di autorevoli esponenti, anche nazionali, come Pdl e Udc, partiti di estrazione cristiana. Inoltre, qualcuno della minoranza addirittura ha dichiarato di aderire al Mov139 pur continuando a restare all’interno dell’opposizione a mo’ di “cavallo di Troia”. L’epilogo legato alla questione dell’anagrafe degli eletti ha evidenziato una serie di contraddizioni tra diversi personaggi che, in un passato più o meno lontano, sono stati “compagni di scuola e anche di banco”: chi ha militato in Democrazia Proletaria, chi ha mosso i primi passi in politica nella Rete di Orlando e chi nel Partito Comunista. Queste comuni origini, fino a poco tempo fa, hanno fatto da collante, al punto che uno di loro viene eletto presidente della Commissione Trasparenza e Garanzia del Consiglio Comunale. Adesso, invece, al momento di ratificare un semplice atto già previsto dalla legge nazionale, come appunto rendere pubblici tutti i dati sensibili degli eletti a cariche istituzionali, che mi trova totalmente d’accordo, queste origini comuni vengono meno, come se ci fossero chissà quali segreti che non devono essere divulgati. Nei prossimi mesi, il Consiglio Comunale sarà chiamato a discutere ed approvare importanti strumenti per la vita della città: momenti vitali per saggiare la consistenza della tenuta della maggioranza, finora apparsa molto eterogenea. Non è difficile immaginare che, se la maggioranza si dovesse spaccare, la minoranza si ritroverebbe ad essere determinante per le scelte che condizioneranno il futuro della città nei prossimi decenni. Nella vita è possibile ed è ammesso cambiare idea, se dovessi scegliere di rinnegare quello che finora ho fatto e sono stato, lo farò alla luce del sole, senza scegliere sistemi subdoli”.
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06 Settembre 2013, 20:07