“Ecco chi è il vero Mister X”

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24 Maggio 2011, 13:17

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Mister X adesso ha un nome. Anzi, due. “Giancarlo o Carlo Rossetti o Rosselli”: Massimo Ciancimino non ha certezze sull’identità del puparo. Il personaggio misterioso che ha fatto irruzione, di recente, sulla scena dell’indagine. L’ennesimo colpo di teatro. E’ stato lo stesso Ciancimino jr a tirarlo in ballo, il 7 maggio scorso, dopo essere finito in carcere per calunnia aggravata ai danni dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. Il figlio dell’ex sindaco di Palermo ha raccontato del “colonnello dei carabinieri” che lo avvicinò l’anno scorso, allo Steri, durante la presentazione del suo libro sui segreti del padre.

Fu allora che gli consegnò un plico di documenti. Fra questi c’era quello dove il nome di Gianni De Gennaro era piazzato in un elenco di servitori infedeli dello Stato che don Vito accomunava, tutti insieme, alla voce “quarto livello”. Un documento che la polizia scientifica ha bollato come palesemente taroccato. Massimo Ciancimino ha giurato di non averlo falsificato lui e ha scaricato le responsabilità sul personaggio misterioso che avrebbe fatto da autista al generale Paolantoni, comandante della polizia municipale di Palermo negli anni Sessanta. Gli inquirenti stanno cercando di rintracciarlo.

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Intanto, Ciancimino jr resta in carcere. Secondo il gip, Riccardo Ricciardi non sussiste il pericolo di fuga (“E’ stata dimostrata l’assoluta indisponibilità di dimore all’estero, in particolare in Francia, che possano accoglierlo e consentirgli di trascorrere considerevoli periodi di latitanza”), ma resta in piedi il rischio che il reato sia commesso di nuovo: “E’ ancora concreto il pericolo che Ciancimino possa reiterare il reato, attraverso la produzione di documenti falsi, dichiarazioni a contenuto calunnioso tanto nei confronti di De Gennrao che di altri soggetti appartenenti alle Istituzioni”.

L’ordinanza contiene infine un giudizio, tutt’altro che tenero, sull’attendibilità del testimone Ciancimino. Parole pesanti: “Non vi è allo stato la prova certa che il medesimo abbia consegnato ai pubblici ministeri tutta la documentazione relativa al padre, stante l’assoluta propensione del medesimo a rendere sempre dichiarazioni discordanti tra loro rispetto ai precedenti interrogatori, con conseguente impossibilità di pervenire a suo carico ad un’esatta ricostruzione dei fatti dal medesimo rappresentati, oltre che ad un giudizio di attendibilità sulle stesse”.

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24 Maggio 2011, 13:17

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