04 Dicembre 2014, 13:41
3 min di lettura
CATANIA – Via Furnari 31: incerto il futuro di venti famiglie. A pochi giorni dalle festività natalizie gli inquilini della palazzina ricevono una nuova diffida. Il Comune emette una nuova ordinanza di sgombero dopo che il Tar ha annullato il provvedimento cautelare con cui si sospendeva l’ordinanza di sgombero firmata dal Sindaco nel mese di Agosto. Agli abitanti della palazzina, ritenuta pericolante, non bastano le rassicurazioni che arrivano dall’amministrazione comunale cioè di un lavoro teso a trovare una soluzione abitativa in accordo con l’Istituto autonomo case popolari.
“Non abbiamo ricevuto nessuna risposta da parte del Comune”, dice uno degli inquilini che si sente beffato. Carte alla mano mostra una missiva che lo invita al pagamento della tassa sui rifiuti. “Mi chiedono di pagare le imposte e tra qualche giorno rischio di restare per strada insieme a mia moglie e una bambina piccola”. Una vicenda che lascia l’amaro in bocca. Le venti famiglie coinvolte non intendono abbandonare le loro abitazioni senza risposte certe e durature sulla loro futura collocazione. Matteo Iannitti, esponente di Catania Bene Comune, rimanda al mittente le accuse di demagogia, avanzate ieri dall’assessore al Welfare. “L’assessore Trojano invia una nota stampa parlando di criminale speculazione politica, ma non si capisce da parte di chi?”. “I residenti hanno convocato una conferenza stampa e noi come Catania Bene Comune siamo venuti per esprimere solidarietà, informati come tutti gli altri dalla nota stampa che i residenti hanno inviato e che noi abbiamo semplicemente inoltrato agli organi di stampa: non c’è nessuna speculazione politica”, spiega Iannitti. “Noi chiediamo che di fronte all’insicurezza del palazzo, se è vera e accertata anche dalle aule di tribunale, si crei una situazione per cui gli inquilini di questo palazzo (assolutamente legali, qui non c’è nessun occupante e nessun denunciato per occupazione) abbiamo una soluzione abitativa dignitosa”. “Noi difendiamo il palazzo di via Furnari, ma diciassette famiglie che hanno diritto a una casa. Il Comune prima di emettere un’ordinanza di sgombero provveda a trovare case dignitose e a tempo indeterminato per queste persone”, conclude Iannitti.
I malumori dei residenti riguardano la tempistica degli interventi rispettivamente a un palazzo che ha circa sessant’anni di vita. E’ il 1963 quando la costruzione è ritenuta “non conforme al progetto approvato” e un’ordinanza ne ordina la sospensione dei lavori e la demolizione. Poi, però, la ditta fallisce e tutto passa nelle mani di un curatore fallimentare. Gli anni passano, e gli abitanti continuano tranquillamente a vivere dentro le loro abitazioni. Nel 2012 apre un cantiere della Ibis Srl per “la demolizione e la ricostruzione di diversi edifici e parcheggi interrati” in prossimità del palazzo. Per l’esattezza alle spalle della palazzina in via Passo Aci. Sarà proprio il direttore dei lavori del cantiere a segnalare al Comune il caso del palazzo di via Furnari 31 con una nota, scritta in seguito a “indagini tecniche e a un sopralluogo”, dove si sottolinea l’esistenza di “elevatissime potenzialità di crollo o rovina parziale e/o totale dell’edificio”. Da lì la prima ordinanza di sgombero, il ricorso al Tar da parte degli avvocati Pulvirenti e Maravigna, la sospensione dell’ordinanza e infine l’annullamento del provvedimento. A oggi, però, la domanda che gli inquilini di via Furnari continuano a porsi è la seguente: “Cosa ne sarà di noi?”.
Pubblicato il
04 Dicembre 2014, 13:41