25 Marzo 2015, 14:08
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CATANIA – E alla fine, lo scontro diventò politico. Come accade ultimamente, e anche abbastanza spesso, vicende cittadine diventano spunto per battibeccare all’interno della maggioranza o, come in questo caso, del gruppo del Partito democratico. Il caso che ha scatenato le furie dell’assessore Rosario D’Agata e del capogruppo pd a Palazzo degli Elefanti, Giovanni D’Avola, è quello ben noto relativo alla discoteca di via Gisira e alle richieste – fino a oggi inascoltate – da parte dei residenti.
Sulla questione, il consigliere Niccolò Notarbartolo ha presentato una interrogazione, stigmatizzando il comportamento del Comune. Immediata la replica di D’Agata: “Notarbartolo dà un’interpretazione della legge assolutamente singolare ma anche priva di alcun fondamento giuridico – evidenzia l’assessore. Abbiamo sollecitato i controlli e indicato le misure per superare il problema, ma la Commissione, di cui fa parte anche il Comune, sono riservate le verifiche tecniche”. D’Agata afferma anche come l’amministrazione stia facendo di tutto per azzerare i disagi ai cittadini -dunque li ammette – sorprendendosi per quello che definisce “l’atteggiamento frutto di un nervosismo emerso anche in altre occasioni e del quale non riusciamo a comprendere la causa. Sarebbe bastato che Notarbartolo – prosegue – chiedesse informazioni piuttosto che lanciarsi in proclami e avrebbe avuto risposta”.
Una replica legittima, seguita immediatamente dopo da una nota del capogruppo democratico a palazzo che, forse per ribadire il concetto, rinfuoca la polemica. “Riteniamo assolutamente inaccettabile che si continui a creare confusione, utilizzando il nome del Partito Democratico, per colpire l’Amministrazione comunale guidata da Enzo Bianco, uno dei fondatori del Pd e che, lo ricordo, è stato candidato dal Partito Democratico ed eletto dai catanesi al primo turno – scrive. Qualcuno se ne faccia una ragione e ne tragga le conseguenze”. Parla di polveroni su polveroni, D’avola, e di “un ennesimo tentativo di far polemica per conquistare spazio sui giornali, una strumentalizzazione politica di chi conduce una battaglia personale con scopi tutt’ora non chiari”.
Commenti e interventi che lasciano basito lo stesso Notarbartolo che respinge le accuse di avere interessi personali dietro gli interventi relativi alla via Gisira. “Non capisco una reazione così violenta – dice. Io cerco solo di fare il mio lavoro: ho ricevuto delle segnalazioni da cittadini e ho posto il problema all’amministrazione. I residenti hanno bisogno di risposte che non ricevono – prosegue – hanno bisogno di spiegazioni e che le loro problematiche vengano prese in considerazioni. Mi domando – incalza – come mai ci si sorprenda del fatto che un consigliere comunale, eletto dai cittadini, ascolti la loro voce”.
Notarbartolo entra poi nella questione tutta interna al Pd: “Non sono interessato a polemiche personali – afferma – ma è sotto gli occhi di tutti che in città abusivismo e illegalità stiano dilagando. Occorre una riflessione interna al Pd e una interna alla maggioranza – conclude – perché i problemi vanno affrontati concretamente”.
Sullo sfondo pare esserci il sempiterno contrasto tra l’area di Enzo Bianco e del segretario Enzo Napoli, e quella di ispirazione berrettiana. Anche se, da questo punto di vista, sono i residenti a fugare ogni dubbio. “Noi del Comitato non capiamo come possiate pensare che tutto il Comitato sia burattino di una segreteria politica! peraltro molti di noi non sappiamo nemmeno chi sia Giuseppe Berretta – scrivono. Ci ritroviamo in una situazione di profondissimo disagio che nulla centra con gli affari interni della politica”.
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25 Marzo 2015, 14:08