Via libera alla norma sui precari | Proroga per 650 persone

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10 Gennaio 2013, 19:47

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PALERMO – L’Assemblea regionale siciliana ha approvato all’unanimità il disegno di legge d’iniziativa governativa, giunto in aula dopo un rapido passaggio fra la commissione Lavoro e quella Bilancio, che risponde all’impugnativa del commissario dello Stato e salva 650 precari con una proroga dei loro contratti fino al 30 aprile 2013.

Il disegno di legge era stato approvato ieri dalla commissione presieduta da Marcello Greco e questa mattina invece ha avuto l’ok della commissione Bilancio. Sono 650 i precari salvati dal ddl, il cui contratto è dunque prorogato fino alla chiusura dell’esercizio provvisorio. Si tratta di lavoratori della Protezione civile, dell’ex Agenzia regionale per i rifiuti e le acque (Arra), del Piano per l’assetto idrogeologico ed ex Asu. I fondi per il rinnovo di questi precari erano già stati inseriti all’interno dell’esercizio provvisorio, coperti per oltre 9 milioni di euro.

Presentato invece da Nello Musumeci un disegno di legge che mira a risolvere per via legislativa la questione dei co.co.co. non inseriti all’interno della modifica del provvedimento. Si tratta di 45 professionisti con contratto di lavoro a termine che sono entrati con un concorso pubblico al dipartimento Territorio e ambiente fra il 2004 e il 2006. In realtà l’assessore Luca Bianchi aveva annunciato che il loro status sarebbe stato chiarito per mezzo di un provvedimento amministrativo da approvare il prima possibile. Cambia lo strumento ma non il merito della questione: la sorte di questi lavoratori verrà decisa nei prossimi giorni, anche perché il rinnovo del loro contratto non prevede alcun impegno di spesa da parte della Regione. Coofirmatario del ddl Paolo Ruggirello. “I soggetti in questione, selezionati con procedure ad evidenza pubblica, in questi anni hanno dimostrato adeguata competenza tecnica, e maturato esperienza nel campo delle valutazioni ambientali, dei progetti e programmi nell’ambito delle direttive ed emergenze relative alla difesa del suolo – ha affermato -. Si tratta di qualifiche specifiche, che richiedono professionalità e competenza, di cui l’amministrazione non può fare a meno. Pertanto è opportuno garantire la continuità lavorativa di tutta la categoria, in vista di una eventuale integrazione in seno all’amministrazione”.

Critico però al riguardo il vicecapogruppo del Pds-Mpa, Vincenzo Figuccia: “Saremo pronti a gridare allo scandalo se anche un sol posto non sarà garantito. Nessuna certezza è stata fornita circa i tempi di soluzione da parte del governo regionale, che si è trincerato dietro a un generico riferimento ai fondi Por mediante la formula di una proroga dei progetti ‘senza variazioni di risorse’, cioè senza mettere risorse aggiuntive. Il rischio è che venga garantita la copertura giuridica ma non quella finanziaria, che cioe’ si legittimino contratti con prestazioni legate senza corrispettivo”.

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Intanto si solleva un conflitto significativo fra il Parlamento regionale ed il commissario dello Stato. Ad attaccare le decisioni assunte da Carmelo Aronica sono state sia le opposizioni che la stessa maggioranza, in particolare Marcello Greco e Antonello Cracolici. Il presidente della commissione Lavoro ha sottolineato il “rischio di bloccare l’assemblea”, notando però come il tema della libera legiferazione dell’Ars sia “da porre all’attenzione della Corte costituzionale per chiarire la vicenda. Ben venga un ddl in più, ma teniamo a che il problema venga risolto”. Parole di simile tono quelle pronunciate da Cracolici: “Difendo il Commissario e i suoi uffici ma dobbiamo definire i controlli cui siamo soggetti. Esiste un problema istituzionale che va affrontato in questi termini, perché l’ultima impugnativa del Commissario è un’interpretazione ispirata ad una questione di opportunità e non di legittimità, come dovrebbe essere”. Gli fa eco Toto Cordaro, capogruppo di Cantiere Popolare: “Stiamo attenti, tutto ciò rischia di significare che ci stiamo commissariando da soli”.

 

 

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10 Gennaio 2013, 19:47

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