09 Settembre 2015, 06:00
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PALERMO – Perché si trovi la soluzione, una soluzione da 20 milioni, sarà necessaria qualche settimana almeno. Ma che sia individuata in fretta o meno, la risposta che la Regione si prepara a dare agli operai forestali – che domani scenderanno in piazza per chiedere il riassorbimento di 1.182 di loro – è solo una soluzione-tampone. Perché gli operai che in questi giorni rischiano di rimanere senza un contratto sono finiti incastrati nell’incredibile burocrazia che divide i 24.000 lavoratori del settore, incasellati in almeno tre categorie che dipendono addirittura da due assessorati diversi. E nel passaggio fra un dipartimento e l’altro il sistema va in tilt.
I 1.182 che rischiano il posto sono, almeno fino a oggi, operai addetti al servizio antincendio. Dipendono – o meglio dipendevano, visto che al momento i loro contratti sono sospesi – dal dipartimento del Corpo forestale, e quindi dall’assessorato al Territorio. Gli addetti anticendio, fino all’anno scorso, erano poco meno di 7.000: nell’ultima manovra si è deciso di ridurli del 20 per cento, portandoli a 5.574. Gli altri 17.000 operai del settore, invece, si occupano di manutenzione e dipendono dal dipartimento Sviluppo rurale, cioè dall’assessorato all’Agricoltura: all’inizio, l’idea del governo era di fare transitare anche i 1.182 “a rischio” alla manutenzione, ma l’assunzione è stata bloccata dalle difficoltà finanziarie. Così, da inizio agosto, i 1.182 sono tornati all’antincendio con un contratto provvisorio.
Ai 17.000 operai della manutenzione e ai 7.000 antincendio, poi, si aggiungono i 1.250 agenti forestali, che dipendono dall’assessorato al Territorio e che si occupano di accertare reati ambientali: nel 2014 le infrazioni accertate sono state 2.766, per irregolarità che vanno dall’abbandono di rifiuti all’abusivismo edilizio e al bracconaggio. Gli agenti veri e propri sono 750, ai quali si aggiungono cinquecento dipendenti con funzioni amministrative. Tutti assunti a tempo indeterminato.
Fra i 24.000 operai, invece, quelli assunti a tempo indeterminato sono solo 1.400. Gli altri si dividono in “settantottisti”, “centounisti” e “centocinquantunisti”, a seconda dei giorni di contratto cui hanno diritto ogni anno. Per questo motivo molti di loro sono costretti a fare la spola fra un assessorato e l’altro: la campagna antincendio, infatti, dura meno di 151 giorni, e così i “centocinquantunisti”, dopo avere passato l’estate a spegnere roghi spesso devono finire l’anno cambiando mansione e dedicandosi alla manutenzione delle foreste.
Adesso, però, i soldi sono finiti. Per questo, in primavera, si è deciso di tagliare gli operai antincendio. Le cui vertenze, domani, si incroceranno con quelle dei 7.500 “settantottisti” che fino a oggi non hanno lavorato neanche un giorno e dei 440 dipendenti dell’Esa rimasti a loro volta senza lavoro. “Il presidente Crocetta – garantisce Salvatore Tripi, segretario regionale della Flai-Cgil che domani scenderà in piazza in una manifestazione unitaria indetta con Fai-Cisl e Uila-Uil – ci ha assicurato che nella giunta di domani (oggi per chi legge, ndr) saranno anticipati 20 milioni per risolvere il problema”. Una decisione che fa esultare i deputati Pd Mariella Maggio e Giovanni Panepinto, ma che potrebbe slittare: “È possibile – spiega l’assessore regionale al Territorio Maurizio Croce – che la giunta sia rinviata di qualche giorno. In attesa di una soluzione definitiva cercheremo comunque di tamponare con l’anticipazione di cassa”. Perché, ovviamente, a regime il problema dovrà confluire nella manovra di assestamento: “In questo momento – chiarisce l’assessore all’Agricoltura Rosaria Barresi – siamo in una fase di confronto con l’assessore Alessandro Baccei”. Fino ad allora si cercherà di tamponare. In un sistema in tilt per la sua complessità.
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09 Settembre 2015, 06:00