31 Gennaio 2021, 15:26
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CATANIA. I “Covid Hotel”, insieme alle “RSA Covid”, destinate agli anziani, e ai “domicili protetti”, dedicati a chi non è autosufficiente; nascono per la prima in Sicilia a marzo 2020 per fronteggiare il famoso esodo dalle regioni del nord alla notizia dell’imminente lockdown. E furono la prima, poi confermata, risposta a un problema impellente in un momento in cui del Covid-19 poco o nulla si sapeva: dover far dormire le persone positive che non avevano in casa doppi servizi e stanze adeguate a un isolamento protetto? Ma non solo ovviamente, nel tempo sono diventati (anche) la risposta concreta al sovraccarico degli ospedali.
Il primo Covid Hotel ad aprire in Sicilia fu il San Paolo di Palermo, che è ancora operativo; ad aprile 2020 venne aperto l’Iblis di Acireale. Adesso in provincia di Catania ce ne sono quattro suddivisi nei comuni di Adrano, Grammichele, Viagrande e Fondachello ma solo gli ultimi due – il Madonna degli Ulivi di Viagrande e il King House di Fondachello – sono pienamente operativi e vengono seguiti da un coordinatore, il dott. Mario Raspagliesi, infettivologo dell’Ospedale Cannizzaro in comando all’Asp di Catania per questo servizio; che ogni giorno comunica all’assessorato regionale i posti disponibili.
In base alla prima ordinanza contigibile e urgente del Presidente Musumeci (n. 10 del 23.03.2020), ai Covid Hotel avevano accesso «i pazienti paucisintomatici, senza necessità di ricovero, appena positivizzati a tampone o dimessi dall’ospedale in condizioni stabili ma ancora positivi, nonché ai pazienti in assenza di tampone nei quali è stata individuata la necessità clinica di un periodo di quarantena».
Col tempo sono stati fatti dei distinguo così queste strutture sono destinate “a pazienti ancora positivi certificati con tampone molecolare – spiega Raspagliesi -. L’accesso è semplice e la richiesta può essere fatta da tutti i reparti di malattie infettive per i pazienti in fase post acuta che sono stati stabilizzati. Ma anche dagli Ospedali e dai pronto soccorso che rilevano un positivo non da ricovero e lo mandano da noi.
“La terza modalità – continua Raspagliesi – è tramite le Usca. Il medico curante fa la segnalazione del paziente positivo che è a casa. Le Usca verificano che 1) la casa del paziente non ha le condizioni per un isolamento corretto, 2) il paziente non può stare solo, 3) non ha nessuno che lo accudisca. In questi casi – spiega Raspagliesi – le Usca fanno una relazione clinica e una domanda per il ricovero in un Covid Hotel. Noi diamo lo sta bene e accettiamo il paziente. Infine c’è una quarta possibilità: le Usca aeroportuali trovano un caso positivo che non è possibile fare stare a casa e lo mandano da noi”.
Quanti sono i posti disponibili in provincia di Catania e quanti posti liberi avete?
“Abbiamo 28 posti a Fondachello e 24 a Viagrande. In questo momento non sono tutti occupati perché c’è un calo fisiologico che va rapportato al numero dei ricoverati e al numero dei contagi. Nel mese di novembre non sapevamo dove ospitare le persone e proprio per questo avevamo aperto più posti per soddisfare l’emergenza”.
Eppure i numeri di gennaio in Sicilia, e a Catania in particolare, sembrano più alti del mese di novembre…
“Non deve guardare solo i numeri, ma rapportarli all’intensità di ricovero che c’è in ospedale. In questo momento i pronto soccorso e i reparti non sono strapieni. Hanno ancora, ancorché risicata, disponibilità di posti letto. Essendo il nostro un posto a bassa densità di cure, possiamo ospitare persone asintomatiche ma ancora positive. Ora come ora i pazienti li riceviamo dalle Usca, sia dalle residenze private per evitare che contagino un parente stretto, o dall’aeroporto”.
Qual è il tempo medio di degenza?
“Questo dipende dalle linee guida che sono cambiate il 12 ottobre. Fino a quel momento potevamo dimetterli dopo il doppio tampone negativo, poi è entrata in vigore la nuova linea guida dall’Istituto Superiore di Sanità in base alla quale noi a dieci giorni dalla fase acuta con tampone negativo li possiamo mandare. Oppure direttamente al 21° giorno”.
Anche con tampone positivo?
“Certo”.
Questo aspetto ha suscitato diversi dubbi tra le persone…
“Ma non devono essercene perché dipende dalla carica virale. Si è visto che dopo il 21° giorno non è determinante”.
Quindi si può tornare anche a lavoro?
“Secondo le linee guida sì. Poi bisogna vedere quali sono le condizioni del soggetto in questione. Se si tratta di un vecchietto non viene mandato in casa di riposo”.
L’ordinanza del presidente Musumeci n. 10/2020 stabiliva che il costo dei Covid Hotel doveva essere preso in carico dalle singole Asp. Ciascuna per la propria provincia avrebbe dovuto sobbarcarsi i costi di questa gestione tramite trattative condotte con alberghi e strutture di cui la Regione aveva fornito un elenco di adesioni. Il costo massimo per stanza non doveva essere superiore a 30 euro a notte ed è questo il prezzo che la Asp di Catania ha concordato con le quattro strutture – comprese le due RSA di Adrano e Grammichele – che forniscono a pieno regime 92 posti letto. Al costo a notte va ovviamente aggiunto quelle delle figure professionali come infermieri e ausiliari. In più, anche se si tratta di un ricovero con bassa assistenza, è necessaria la presenza di un medico.
All’inizio l’Asp aveva chiesto al proprio personale di fare ore aggiuntive per garantire il servizio che, adesso, dovrebbe essere svolto da personale tipo Usca.
In Sicilia i posti forniti dai Covid Hotel sono poco meno di un migliaio con almeno una struttura per provincia:
Palermo: San Paolo (180 posti) + 2 Rsa in Città e 2 in provincia
Catania: RSA Grammichele (20), RSA Adrano (20), Madonna degli Ulivi Viagrande (24), King House Fondachello (28). Totale 92 posti.
Messina. 1 a Trappitello + uno in città
Caltanissetta: 1 RSA
Enna: 1 a Piazza Armerina e una foresteria a Leonforte
Siracusa: 1 a Noto
Ragusa: La Foresteria dell’ex Ompa
Agrigento: Sciacca, Canicattì
Trapani: Erice e RSA Salemi
Posti disponibili in Sicilia
Province Terapie int ricoveri ordinari cure a bassa complessità
Agrigento 30 160 98
Caltanissetta 36 140 50
Catania 105 595 120
Enna 22 140 30
Messina 39 236 110
Palermo 107 671 280
Ragusa 33 152 32
Siracusa 26 170 50
Trapani 28 120 42
Le residenze per le cure a bassa complessità sono una novità introdotta dalla Regione Siciliana nell’ambito della gestione dell’emergenza. Le prime sono state aperte nel mese di ottobre in provincia di Palermo. (Fonte Salute Sicilia 04.11.2020)
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31 Gennaio 2021, 15:26