15 Febbraio 2014, 21:23
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PALERMO – A Palermo torna, a sorpresa, l’idea di una nuova tangenziale interna. Stavolta sotterranea per l’80 per cento, però, e costruita a spese dell’Anas. La novità è emersa giovedì durante una seduta della commissione Urbanistica di Palazzo delle Aquile alla presenza del sindaco Leoluca Orlando e di mezza giunta. Un’occasione per fare il punto sul Prg, ma nella quale l’amministrazione ha rivelato di stare considerando l’idea.
E dire che fino a due anni fa la Provincia aveva messo su un faraonico progetto, da due miliardi di euro, che comprendeva il centro direzionale della Regione a fondo Luparello con tanto di tangenziale esterna (che collegava la Palermo-Mazara alla Palermo-Messina saltando il capoluogo e collegando i paesi dell’interno) e una interna, da 18 chilometri e mezzo, che in parte era sotterranea e in parte vicino la “conigliera” per collegarsi con fondo Luparello. Ma quando due anni fa si è insediato Orlando, Palazzo delle Aquile ha fatto saltare il banco dicendo no alla costruzione del centro direzionale in una vasta area verde.
L’Anas, però, stava già lavorando al progetto e così ha pensato di non buttare tutto ma di riproporlo all’amministrazione che, ad alcune condizioni, ha aperto a questa possibilità. “L’opera era stata pensata dalla Provincia, dal Comune, dalla Regione e dall’Anas – spiega l’assessore alla Mobilità Tullio Giuffrè – c’era e c’è la disponibilità delle somme per un progetto preliminare che al momento ancora non esiste. Nel 2012 abbiamo notificato alla Regione che non condividevamo la localizzazione del centro direzionale a fondo Luparello, ma ciò non voleva dire non condividere la necessità di un attraversamento alternativo della città. L’Anas ha recepito che l’ipotesi non poteva proseguire perché l’opera che si dovrebbe realizzare sarebbe diversa, con un tracciato diverso, rispetto a quanto considerato in un primo momento. Noi abbiamo indicato che quest’opera, qualora si verificasse che sia tecnicamente fattibile e trasportisticamente sostenibile, dovrebbe essere per non meno dell’80 per cento in sotterraneo”.
In realtà il dibattito che Palermo dovrà affrontare, da qui al nuovo Prg, è molto più ampio: posto che viale Regione siciliana è una barriera tra est e ovest della città, deve diventare a tutti gli effetti una strada urbana (con tanto di tram) oppure no? Viale Regione ad oggi ha una funzione urbana per almeno due terzi e quindi si dovrà stabilire se dedicarla primariamente al transito dei palermitani oppure all’attraversamento della città per chi viene da Punta Raisi e vuole andare a Messina (e viceversa).
Per il momento niente di definitivo: quello che si sa è che i fondi sono statali, ma non c’è certezza sui costi, sulla fattibilità, sulla sostenibilità e nemmeno dettagli sul tracciato. Tutto in alto mare, ancora, ma certamente un’idea sulla quale l’amministrazione comunale è intenzionata a ragionare. Sicuramente la tangenziale interna dovrebbe consentire di collegare le due autostrade, quindi il tracciato sotterraneo dovrebbe collegare Villabate al Cervello e magari con pochissime uscite (con una ipotizzata all’altezza di Monreale).
“Un collegamento per unire i due tratti dell’autostrada, tra Trapani e Catania, è un bene – dice Giulio Tantillo di Forza Italia – molti prendono come punto di riferimento l’aeroporto di Catania proprio per non attraversare Palermo, anche se si deve andare a Cefalù. E ora che sarà attivato il tram, la carreggiata sarà ancora più ristretta. Si potrebbe pensare alla tangenziale sotterranea da Villabate al Cervello con un’uscita ma io penso siano meglio due, una all’altezza del ponte Corleone e un’altra all’altezza della rotonda di via Leonardo Da Vinci, oppure la sopraelevata bocciata tantissimi anni fa. Bisogna comunque collegare Punta Raisi con Villabate in modo veloce”.
Ma la riunione con la commissione è servita anche a fare il punto sul centro Conca d’Oro, oggetto di una dura presa di posizione proprio della commissione. Zamparini propone di scambiare gli immobili costruiti per la municipalità con altri da realizzare allo Zen, ma il Comune vorrebbe che prima Zamparini consegnasse gli immobili e poi si valuterà la sua proposta, come si farebbe con quella di un qualunque cittadino. L’incontro ha poi fatto il punto sul Prg: entro il 3 agosto verrà consegnato lo schema di massima ed entro febbraio si insedierà l’ufficio del Piano. “Si va verso un Prg condiviso che coinvolga le forze di questa città – dice Rosario Filoramo del Pd – l’esperienza del centro storico è un segnale contrario e sul Prg ho chiesto un maggiore coinvolgimento della cittadinanza attiva. Come Pd proporremo un incontro nelle prossime settimane con le forze associative e i cittadini per parlare del nuovo Piano regolatore”.
“Venendo meno fondo Luparello, qual è il senso di mantenere l’idea di una tangenziale che nasceva per quel progetto? – si chiede il presidente della commissione Alberto Mangano – anche perché quel progetto si chiudeva a Tommaso Natale non bypassando le tre gallerie. Io mi domando se il problema non è quello di creare una terza o quarta corsia nell’attuale autostrada tenendo conto di un problema: la circonvallazione di Palermo nel 2014 non è completa, visto che ci sono i semafori e manca il raddoppio del ponte Corleone. Vale la pena di fare un’arteria motivata dal centro direzionale oggi che questo non c’è più e investire del denaro pubblico per qualcosa che non risolve il problema? E’ riduttivo il ragionamento per cui tanto la paga l’Anas. Passando al Prg, è evidente che quello nuovo deve essere fatto in un tempo umano. Dobbiamo evitare nuove varianti e il problema del consumo del suolo cammina di pari passo con quello della messa in sicurezza del territorio, sia perché è stato consumato, sia perché mancano infrastrutture importanti come il sistema fognario e la manutenzione ad esempio dei canali di maltempo. Bisogna procedere sul nuovo piano, evitare di presentare nuove varianti all’attuale Prg ed effettuare un monitoraggio del territorio per la sua messa in sicurezza, frenando l’abusivismo edilizio sul verde e nello stesso tempo sperimentando modelli di gestione economicamente vantaggiosa delle aree di verde agricolo urbano, facendolo divenire produttive. Penso a orti urbani, condivisi e coltivazioni biologiche”.
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