Il giallo dei cacciavite da 5 mila euro | Villa Sofia, forniture al setaccio

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03 Febbraio 2014, 06:00

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PALERMO – Nel reparto di Chirurgia plastica di Villa Sofia un cacciavite per la sala operatoria è stato pagato quasi cinque mila euro. Manico incluso. Ce ne sono una dozzina per una spesa di 70 mila euro circa. Strumenti che altre imprese erano e sono pronte ad offrire in comodato d’uso qualora dovessero aggiudicarsi una fornitura di impianti di chirurgia maxillo-facciale. Proprio come avviene nel reparto di ortopedia dove il comodato d’uso è un’abitudine anche per i cacciavite della stessa Impresa che aveva fornito la chirurgia plastica. Le aziende hanno messo per iscritto la loro offerta rispondendo ad una richiesta del primario Matteo Tutino. Che si è visto costretto a denunciare alla Digos e ai carabinieri del Nas quello che, sarebbe l’ennesima conferma delle irregolarità che avrebbe trovato al suo arrivo in reparto.

Il caso cacciavite è andato ad appesantire le precedenti denuncie come quella che la nuova caposala della chirurgia Plastica, Cristina Rappa, aveva presentato nel luglio scorso, quando dentro un armadio trovò materiale sanitario inutilizzato e in parte scaduto, farmaci per medicina estetica, fillers, tossine botuliniche e acidi per peelings, denuncia avallata anche dal manager Giacomo Sampieri, colui che ha chiamato Tutino in servizio a Palermo. Una scelta accompagnata dalle polemiche visto che il neo primario arrivò nonostante il blocco delle nomine in corso.

Nel frattempo Tutino, oltre a fare il primario, ha iniziato a prendere carta e penna per denunciare. Prima ad aprile il caso Attack, a maggio altre irregolarità ed altra denuncia qualche giorno fa – come raccontato da Livesicilia – quando ha sostenuto che le cartelle cliniche sarebbero state “gonfiate” per ottenere rimborsi più pesanti, e adesso i cacciavite.

Il responsabile del complesso operatorio ha fatto l’inventario della strumentazione. E avrebbe concluso la sua relazione con una precisazione. E cioè che i cacciavite inventariati sono in uso al solo reparto di Chirurgia plastica perché in Ortopedia, invece, li hanno avuti in comodato d’uso.

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Adesso la direzione generale sta passando al setaccio tutte le vecchie forniture del reparto, anche per fare luce sul misterioso episodio di luglio, avvenuto pochi mesi dopo che Tutino trovò la serratura della porta del suo ufficio bloccata con l’attak. Il nuovo primario muove dalla considerazione che dal giorno del suo arrivo, cioè dal 21 gennaio 2013 a gennaio 2014, non si è avuta l’esigenza di ordinare nuovi materiali di placche e viti. Le scorte del magazzino, dicono a Villa Sofia, sono bastate a avanzate. A differenza degli anni passati in cui gli acquisti di materiali – oltre ai cacciavite, soprattutto viti e placche – sarebbero avvenuti con cadenza regolare. Tutti, o quasi, acquisti diretti per un approvvigionamento urgente delle sale operatorie. Prodotti commissionati per lo più ad un’unica ditta perché, si legge nelle delibere di acquisto, “dispositivi analoghi non permettono un analogo intervento terapeutico o diagnostico e quanto oggetto della presente richiesta assurge a produzione unica ed esclusiva”.

E torniamo ancora una volta all’armadio della corsia, accanto alla sala dei pazienti. All’interno c’erano prodotti per migliaia di euro. Molti dei quali scaduti. Eppure, si chiede nella denuncia Tutino, nonostante le scorte, sarebbero stati fatti nuovi acquisti.


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03 Febbraio 2014, 06:00

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