Cronaca

Il capomafia è pericoloso, ma i beni gli vanno restituiti

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25 Maggio 2023, 14:22

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Il capomafia Giampiero Pitarresi è socialmente pericoloso, ma i beni gli devono essere restituiti. Lo ha deciso la sezione per le misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, presieduta da Raffaele Malizia. Il boss rientra in possesso di due case, una macchina e alcuni conti correnti.

Pitarresi fu arrestato per la seconda volta nel 2015. Aveva fatto carriera in Cosa Nostra, divenendo il leader della famiglia mafiosa di Villabate. Si era fatto valere sul campo quando era stato fra i più stretti fiancheggiatori di Bernardo Provenzano. Per questo motivo era stato arrestato già nel 2009. Nel 2021 è divenuta definitiva la condanna a 14 anni e due mesi di carcere che sta ancora scontando.

Nessun dubbio: la sua “adesione al sodalizio mafioso” è stata “costante” e “in alcun modo scalfita dal periodo di detenzione”. Dunque il capomafia Pitarresi “ha una elevata pericolosità sociale”. Da qui la decisione di applicargli, quando sarà scarcerato, la sorveglianza speciale per quattro anni.

Due anni fa gli furono sequestrati i beni sulla base della sperequazione fra redditi dichiarati e investimenti. La giurisprudenza in materia di misure patrimoniali è ormai chiara: “Deve esserci una correlazione temporale tra l’acquisto del bene e la manifestazione della pericolosità sociale e cioè la cosiddetta perimetrazione cronologica”.

I legali della difesa, gli avvocati Giuseppe Valerio La Barbera e Pietro Riggi, grazie alla consulenza del commercialista Adriano Cataldo, hanno fatto emergere che non c’è sperequazione. I soldi per comprare le case a Misilmeri derivavano dalla vendita di un immobile e dalla permuta di un magazzino. La macchina? Acquistata dal capomafia dopo avere venduto un altro mezzo. Da qui la decisione di applicare l’obbligo di soggiorno per la durata di quattro anni, e di restituire i beni.

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25 Maggio 2023, 14:22

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