26 Marzo 2009, 11:35
1 min di lettura
“La nostra è un’isola sequestrata, in mano al potere politico, al favoritismo, alla raccomandazione”. Parola di Vincenzo Consolo. Il grande scrittore siciliano, in un’intervista sul nuovo numero di I love Sicilia, il mensile in edicola dal 27 marzo, parla del suo rapporto con l’Isola e con i suoi grandi intellettuali, da Sciascia a Guttuso.
Guardando alla Sicilia di oggi, Consolo si abbandona a una considerazione amara: “Ci sono stati momenti positivi e di grande speranza, penso soprattutto agli anni ’50 e al periodo dell’occupazione delle terre. Poi, però si è innescata quasi una sorta di grande mutazione antropologica. Va detto inoltre che il passato non ci aiuta: la nostra terra è stata sempre occupata e mai governata”.
Tra i tanti aneddoti raccontati dallo scrittore di Sant’Agata di Militello, spicca quello dell’incontro con Elio Vittorini: “Era un pomeriggio in cui pioveva a dirotto – racconta Consolo -. In uscita dalla casa editrice, rimasi bloccato all’ingresso. Vittorini mi chiese dove dovessi andare e si offrì di accompagnarmi in macchina. Ebbene, rimanemmo in silenzio per l’intero tragitto. Aspettavo che lui mi facesse delle domande; e lui, forse, il contrario. Una conversazione muta che può capitare solo fra due bravi siciliani”.
Pubblicato il
26 Marzo 2009, 11:35