12 Febbraio 2015, 15:37
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CATANIA – Legalità e rispetto di genere. Questi i temi al centro della due giorni di dibattito organizzata dall’Associazione Nazionale Antimafia Alfredo Agosta all’istituto Alberghiero di Catania, che si è conclusa oggi con l’incontro con gli studenti dell’ultimo anno. Alla presenza, tra gli altri, della preside dell’istituto, Daniela Di Piazza, del presidente dell’associazione antimafia, Fausto Sanfilippo, e di Giuseppe Agosta, figlio di Alfredo, maresciallo dei Carabinieri ucciso dalla mafia nel 1982, gli studenti hanno potuto approfittare di un prezioso momento di confronto per comprendere le implicazioni, anche giudiziarie, di alcuni comportamenti. Ma soprattutto per toccare con mano come la mancanza di rispetto nei confronti delle persone, siano esse uomini, donne o bambini, siano un cancro che colpisce l’intera società.
Aspetto che sono riuscite a sottolineare alla perfezione le due relatrici, il Procuratore aggiunto Marisa Scavo nella giornata di ieri, e il sostituto procuratore Agata Consoli stamattina, inchiodando l’uditorio alla sedia e scatenando un dibattito che ha mostrato come i più giovani abbiano bisogno di fare domande e ottenere risposte in relazione a femminicidio, violenza di genere, pari opportunità, ma anche bullismo e soprusi, in aumento vertiginoso.
Marisa Scavo, ad esempio, ha affrontato la violenza domestica e sottolineato l’importanza di denunciare, riportando numeri da brivido: “Gli atti di violenza in famiglia sono campanelli d’allarme che dovrebbero indurre la donna a denunciare – ha detto. Ma dai dati statistici, quasi il 94% delle donne che subisce violenza non denuncia”. Senso di colpa, paura di non essere credute, difficoltà a reagire a tutti i livelli, tra le cause che spingono le vittime a non rivolgersi alle autorità competenti, perpetuando comportamenti che, nei casi estremi, hanno un tragico epilogo. “Ci si sta adoperando – ha spiegato la Scavo – perché I magistrati della procura, con associazioni antiviolenza e altri organi istituzionali creino una rete di sostegno sul territorio per il supporto alle donne nel momento in cui si denunciano i fatti”.
E sull’importanza della denuncia si è soffermata stamani Agata Consoli. “È essenziale chiedere aiuto – ha detto – fare ricorso a tutti gli strumenti possibili. Essere vittima è una condizione difficile – ha aggiunto – ma la denuncia libera. Per questo il legislatore ha previsto una serie di tutele nei confronti di chi denuncia. La società deve intervenire a tutela di se stessa”.
Argomenti che hanno appassionato gli studenti che hanno partecipato ponendo numerose domande, ma anche testimoniato spaccati di adolescenza che hanno completato il quadro dipinto dai relatori. E hanno chiesto nuovi incontri. “Sono soddisfatto dell’interesse che siamo riusciti a ottenere dagli studenti – commenta Giuseppe Agosta. La legalità ha tante sfumature e anche la violenza contro le donne o contro i minori nasce dall’assenza di valori fondanti”.
Il percorso avviato dall’associazione Antimafia Alfredo Agosta continuerà, infatti, sviscerando proprio la legalità. Giorno 20, nella sede dell’Alberghiero di via Anfuso, alla presenza del vice Procuratore Michelangelo Patanè, sarà questo l’argomento cardine di cui discutere con gli studenti.
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12 Febbraio 2015, 15:37