“Volevano uccidermi | Ora sono accusato”

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25 Luglio 2012, 08:46

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”Con sbalordimento registro che da parte lesa, visto che Cosa nostra voleva uccidermi, mi accusano per un’ipotesi di reato che non ha precedenti”. Cosi’, in un’intervista a Repubblica, l’ex ministro Calogero Mannino, per cui ieri i Pm di Palermo hanno chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. I pm palermitani ”mi tengono nel mirino dal ’93”, sostiene Mannino. ”Mi dicano e mi provino quando, dove e con chi avrei indotto” la trattativa. ”Il resto è solo un sospetto artificioso”. Mannino smentisce di aver attivato il canale del Ros a sua tutela attraverso Guazzelli. ”Non gli ho sollecitato iniziative a mia tutela. Mi chiese che strada ero solito fare per recarmi da Palermo ad Agrigento o a Sciacca. Era preoccupato per ipotesi di attentati col tritolo nelle gallerie”, racconta. ”Gli chiesi scherzando: dopo Lima vogliono ammazzare pure me? Quando uccisero Guazzelli a Menfi, in attesa di Cossiga, parlai con Borsellino e gli riferii il colloquio”. L’ex ministro nega con forza di aver chiesto l’attenuazione del 41 bis. ”E’ impossibile perché io stesso – spiega – avevo sostenuto un anno prima, quando si discusse del decreto Andreotti sul carcere duro, che i dubbi di costituzionalità fossero superati per dare una risposta forte dello Stato alle stragi”.

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25 Luglio 2012, 08:46

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