20 Dicembre 2018, 17:36
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PALERMO – “Riposa nella pace di Dio”. E’ il primo messaggio che si legge tra i fogli in cui è possibile lasciare un pensiero per Aldo. La salma del clochard ucciso nella notte tra domenica e lunedì in piazzale Ungheria, si trova nella camera mortuaria del Policlinico, dove i volontari e gli amici, in queste ore, si recano per rendergli omaggio.
L’invito al “penultimo” saluto al 56enne di origini francesi, si trova anche sotto i portici, su un biglietto scritto a mano e appeso vicino ai tanti fiori lasciati dai palermitani. Il funerale si terrà infatti sabato mattina: “Saremo vicini ad Aldo fino all’ultimo”, dicono i volontari delle associazioni che da tempo offrivano la proprio assistenza ad Aid Abdellah, che aveva scelto di vivere nel capoluogo siciliano.
Sul tavolino, vicino alle firme di chi saluta Aldo per l’ultima volta, una fotografia con il suo inseparabile gatto, Helios: “Non riusciamo ancora a crederci – dice chi si trova al Policlinico – come è possibile fare del male ad una persona così buona? L’aggressione che ha subito per i pochi euro che aveva in tasca ci deve far riflettere, soprattutto se consideriamo che i clochard di quella zona vengono frequentemente presi di mira”.
Baby gang e malintenzionati sarebbero infatti stati segnalati spesso in piazzale Ungheria: “Lavoro in un ufficio che si trova lì e ho assistito coi miei occhi ai raid di alcuni ragazzini – racconta un giovane che ha voluto rendere omaggio ad Aldo -. Sicuramente anche lui era stato infastidito più volte, mi chiedo perché l’area non venisse monitorata maggiormente”.
Forse il clochard, in fondo aveva paura. tendeva ad isolarsi, a non dormire insieme agli altri senzatetto che si trovano sotto i portici che si affacciano su via Mariano Stabile. Anzi, aveva deciso di creare il proprio giaciglio nei pressi del parcheggio a pagamento, sotto l’occhio della telecamera che alla fine ha permesso di rintracciare il minorenne che l’ha aggredito.
“Doveva essere un Natale all’insegna dell’amore e della solidarietà – dice Giuseppe Li Vigni della onlus “Gli Angeli della Notte” – e invece ci troviamo col cuore a pezzi per la perdita di una persona preziosa. Incontrare Aldo era sempre un’esperienza gioiosa, lui non chiedeva mai nulla, aveva sempre qualcosa da raccontare. Quella attuale è una spirale di violenza che mette seriamente a rischio i più deboli. Siamo addolorati per la morte di Aldo, specialmente dopo aver saputo come è andata. Non meritava questa fine, non meritava il male”.
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20 Dicembre 2018, 17:36