03 Marzo 2014, 20:31
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PALERMO – Piazza Garraffello, la riapertura sembra ancora lontana. Nonostante gli annunci dell’amministrazione comunale subito dopo il crollo alla Vucciria, che parlavano di una metà della piazza (quella non colpita dal cedimento della Loggia dei Catalani) che sarebbe potuta tornare praticabile nel giro di pochi giorni, i tempi dei lavori di messa in sicurezza a carico dei privati continuano ad allungarsi.
Mettere puntelli, reti e cavi non compete infatti al Comune, almeno per quanto riguarda gli edifici rimasti in piedi ma assai pericolanti, su cui devono invece intervenire i proprietari per evitare guai con la giustizia. I lavori sono già partiti ma stanno durando ben più del previsto: “Evidentemente non hanno ancora finito – spiega l’assessore alle Manutenzioni Agata Bazzi – quando riaprirà metà della piazza? Non lo sappiamo. Per quanto riguarda il cantiere pubblico della Loggia dei Catalani ho sempre parlato di due o tre mesi e lo confermo, l’impresa sta lavorando. In alto mare sono i privati che hanno in un primo momento avevano parlato di due o tre giorni e invece non si tratta di questo”.
“Lì tutti i fabbricati hanno seri problemi – dice Francesco Mereu della Protezione civile comunale – palazzo Lo Mazzarino è a rischio, è stato sospeso il sequestro proprio per consentire la messa in sicurezza. Per quanto riguarda la Loggia dei Catalani, abbiamo regolarizzato i muri e messi i cavi , domani o dopodomani monteremo le piastre per la parte inferiore. Fra una settimana dovremmo essere riusciti a mettere in sicurezza l’edificio, poi rimuoveremo il materiale secondo le direttive della Procura. In seguito completeremo la messa in sicurezza della Loggia anche con una copertura leggera e provvisoria che durerà almeno quattro o cinque anni, il tempo di fare un nuovo progetto”. Per Palazzo Rammacca in particolare i privati hanno chiesto l’autorizzazione per rifare la copertura, mentre nel palazzo che fa angolo con via Argenteria stanno cominciando i lavori e su un altro edificio sequestrato il Comune sta valutando la relazione del tecnico. Se gli edifici, specie palazzo Rammacca, verranno messi in sicurezza, sarà riaperta la prosecuzione della strada che si collega con via Argenteria vecchia e via Palmieri. Insomma, ad oggi il Comune ha fatto la sua parte e tutto dipende dai privati che all’inizio, probabilmente, avevano sottovalutato l’entità dei danni.
Ma, al di là della Vucciria, restano ancora off limits anche la palazzina crollata al Capo e gli edifici sequestrati in corso Vittorio Emanuele, dove qualche altro palazzo potrebbe presto essere chiuso. “Non si è ancora fatto vedere nessuno al Capo – dice Ottavio Zacco, vicepresidente della Prima circoscrizione – abbiamo chiesto un’audizione alla Quarta commissione dell’Ars alla presenza del Prefetto, del sindaco di Palermo, dell’assessore Agata Bazzi e della Protezione civile regionale, aspettiamo la convocazione. Intanto il nostro comitato per salvare il Capo ha superato le 600 adesioni e chiediamo anche un incontro con la commissione Urbanistica del Comune. I commercianti intanto sono ancora fermi, le macerie restano in via Cappuccinelle separando il quartiere in due e il palazzo non è stato messo in sicurezza: l’ultimo piano è pericolante e potrebbe crollare sulla strada da un momento all’altro”.
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03 Marzo 2014, 20:31