White list, interviene Fava:| “Pretendiamo chiarezza”

di

13 Ottobre 2014, 16:30

2 min di lettura

CATANIA- Claudio Fava, vice presidente della Commissione Antimafia non fa alcun passo indietro sulla gestione della “white list” da parte della Prefettura di Catania e annuncia: “Pretenderemo di avere chiarezza dal ministro dell’Interno”.

Dopo l’interrogazione parlamentare sulla presenza della Sud Trasporti di Angelo Ercolano, nell’elenco delle imprese selezionate dalla Prefettura, Fava interviene sul caso Basilotta, sollevato da LivesiciliaCatania, sottolinenando l’impegno della Procura guidata da Giovanni Salvi nella gestione dei beni confiscati, ma rilevando, al tempo stesso, “perplessità” su tutto il sistema.

Per convocare i giornalisti il deputato nazionale catanese ha scelto la sede di AddiopizzoCatania, “non esiste un luogo più rappresentativo di questo, che è un bene confiscato e restituito alla collettività”. Fava parla di “gestione distratta della white list, siamo preoccupati perché gli Ercolano rappresentano la biografia di questa città, la cava Copp gestita da Enzo e Pippo Ercolano ha effettuato le forniture alla Catania Siracusa per diversi mesi senza alcun intervento della Prefettura. Il cugino Angelo Ercolano, titolare della Sud Trasporti, impresa inserita nella white list, è indagato per evasione fiscale, ed è stato effettuato a suo danno un sequestro da 5milioni di euro: questa impresa non può apparire tra quelle selezionate dalla Prefettura”.

Stesso discorso per Basilotta, che rappresenta un punto di incontro importante tra i diversi livelli criminali e affaristici. La Prefettura non può ritenere irrilevanti i rapporti tra Vincenzo e Luigi Basilotta, titolare della Judica Appalti alla quale la Incoter amministrata dallo Stato stava cedendo il ramo d’azienda per la gestione della cava di Castel di Judica”.

 

Articoli Correlati

Claudio Fava dedica particolare attenzione a come l’informazione etnea ha raccontato questi fatti, sottolinenando che ci sono state “aggressioni molto forti contro chi faceva determinati nomi”.

 

Il depuato Davide Mattiello sottolinea che la commissione Antimafia “è compatta e ha messo nel mirino la gestione dei beni confiscati”. “Non vorrei -aggiunge Mattiello- che ci troviamo davanti alla cosiddetta inefficienza efficiente, cioè un insieme di superficialità funzionali alla salvaguardia di un determinato assetto di potere”.

Occhi puntati sull’Agenzia nazionale dei beni condiscati, “che deve essere riformata e non si può perdere tempo nel nominare il consiglio direttivo”. Mattiello sottolinea che la banca dati non funziona, il regolamento soltanto una bozza e nelle more si agisce sotto l’egida del silenzio assenso e dell’autocertificazione”.

Chiara Barone, del consiglio direttivo di AddiopizzoCatania, ha chiuso la conferenza stampa ricordando “che dentro queste aziende ci sono persone e bisogna salvaguardare i posti di lavoro”.

Pubblicato il

13 Ottobre 2014, 16:30

Condividi sui social