Windjet, concordato preventivo |48% a lavoratori e creditori

di

27 Maggio 2013, 07:00

2 min di lettura

CATANIA. La Wind Jet non deve fallire. E così la Quarta sezione fallimentare del tribunale di Catania ha rigettato la richiesta della pubblica accusa ed accordato il concordato preventivo alla società alla quale è a capo Nino Pulvirenti. Una vicenda, in termini economici, ancora lontana dall’essere sbrogliata ma che, con la decisione del Tribunale etneo, comincia a definire perlomeno i suoi contorni.

Il collegio dei giudici con a capo il Presidente Adriana Puglisi, ha così disposto: “La Wind Jet S.p.A. va ammessa al concordato preventivo e la richiesta di fallimento avanzata dal P. M. debba essere conseguentemente dichiarata improcedibile. La proposta di concordato preventivo presentata da Wind Jet S.p.A. è di tipo liquidatorio, con cessione integrale dei beni ai creditori, con garanzia prestata da un terzo sulla liquidazione dei beni ceduti e sui tempi della stessa con apporto di finanza esterna da parte di un altro soggetto terzo a copertura delle spese di giustizia, degli oneri di funzionamento e del chirografo. Lo stato analitico ed estimativo delle attività sociali oggetto di cessione ai creditori indica un valore contabile di euro 129.954.345 ed un valore di realizzo concordatario di complessivi euro 13.768.621”.

Di fatto, i giudici hanno ritenuto adeguate le garanzie economiche depositate dal presidente Nino Pulvirenti il quale ha anche presentato tutta una serie di fidejussioni. Al contempo, è stata decretata al 5% la quota per i chirografi (tra questi i passeggeri che aspettano il rimborso) e al 48% quella relativa a dipendenti e creditori. Il Tribunale ha, poi, proceduto ad effettuare la nomina del professor Mario Libertini a commissario. Si legge ancora nel dispositivo stilato al termine della camera di consiglio: “L’impegno di Pulvirenti Antonino è stato garantito mediante il consenso dallo stesso prestato a che si iscriva pegno sulle azioni del capitale Finaria S.p.A. di cui lo stesso è titolare. Secondo il P. M. nei bilanci 2008-2011 sarebbero stati indebitamente capitalizzati costi di esercizio i quali anziché essere imputati, in conto economico, per intero all’esercizio di competenza, sarebbero stati ammortizzati su più esercizi. Sulla correttezza del proprio operato Wind Jet S.p.A. si è sempre ampiamente diffusa citando, peraltro alcuni arresti della Commissione Tributaria Provinciale di Catania, che avrebbero riconosciuto la fondatezza delle sue ragioni a fronte di una diversa posizione originariamente assunta dall’Agenzia delle Entrate di Catania. Ciò non significa che il falso in bilancio sia di per sé irrilevante ai fini dell’ammissione al concordato preventivo, epperò comporta che in tanto lo stesso può e deve essere a tali fini apprezzato in quanto incida sui presupposti per l’ammissione alla procedura oggi vigenti”.

Articoli Correlati

Intanto, per il prossimo 19 luglio è stata disposta la riunione dei creditori di Wind Jet. La partita non è ancora chiusa.

 

Pubblicato il

27 Maggio 2013, 07:00

Condividi sui social