01 Luglio 2011, 17:25
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Il suo nome ebraico, in italiano, significa “oro” e a Palermo sbarcherà con l’amata Shai (regalo ndr), l’inseparabile fidanzata che lo seguirà nell’avventura rosanero dove Eran Zahavi approda con il marchio del fuoriclasse impresso addosso al primo israeliano della storia del club di viale del Fante dal presidente Zamparini. L’avventura nel “campionato più bello e difficile del mondo” dell’ex attaccante dell’Hapoel Tel Aviv inizierà alle 5 del mattino di domani, volo Tel Aviv-Verona, con scalo tecnico a Vienna, prima di raggiungere il raduno pre-ritiro della squadra di Pioli. Un volo su cui questo ventiquattrenne, figlio di un agente di viaggi che vive in Francia e di una parrucchiera, si porterà nella sua valigia Vuitton un carico di ambizioni e speranze miste a una certezza: “Darò il 120 per cento per non deludere il presidente, il tecnico e i tifosi”.
Lo abbiamo intercettato al telefono, grazie al suo amico Moti che si è prestato a fare da interprete, nel suo ultimo giorno di vacanza in Israele, passato a sistemare gli ultimi dettagli prima della partenza più importante della sua carriera. La vita di Eran, in realtà, non è più la stessa dal giorno in cui il suo procuratore l’ha chiamato al telefono per testare il suo gradimento di un trasferimento al Palermo. Da quel giorno Zahavi vive in uno stato di felicità costante, in attesa del suo atterraggio sul pianeta rosanero: ”Ricordo che una sera mi trovavo a casa con la mia famiglia, mia mamma Eti e mio fratello Avi, non ho neanche aspettato che il mio procuratore finisse di parlare per accettare l’offerta del Palermo. E’ la mia grande occasione, uno di quei treni che passano solo una volta nella vita e non mi sono fatto pregare per salirci su. Seguo la serie A e gli altri campionati europei in tv e da sempre, non lo dico per piaggeria, sono stato attratto dalla particolarità di quelle maglie rosanero. L’altra percezione che ho avuto del Palermo anche solo seguendolo dalla tv è il calore del pubblico. Quando il mio procuratore mi ha chiesto se mi piacesse l’idea di vestire quella maglia ho detto subito di sì. Da allora mi godo ogni minuto di questa attesa. Ho anche iniziato da un mese delle lezioni di italiano per facilitare il mio inserimento. Non vedo l’ora di mettermi al lavoro”.
Zahavi il suo primo contatto con Palermo l’ha avuto qualche settimana fa, quando ha passato una giornata in città per le visite mediche: “Il mio impatto con la città è stato eccezionale. Mi sono sentito come se fossi a casa. Il clima, la gente e la città non mi hanno dato affatto una sensazione di distacco da Tel Aviv. Durante le visite ho incontrato anche Antonio Nocerino, l’unico compagno di squadra col quale finora ho avuto modo di incontrarmi. Ora non vedo l’ora di conoscere tutti gli altri compagni, il presidente e il tecnico Pioli. In quella giornata ho anche visitato la città e Mondello, dove ho scelto di abitare con la mia fidanzata Shai. Il resto della mia famiglia mi verrà a trovare di tanto in tanto, magari per incassare la dedica di un mio gol…”.
La sensazione è che Zahavi sia molto carico di entusiasmo e allo stesso tempo molto sicuro dei suoi mezzi. Nomi altisonanti come Pastore, Miccoli, Pinilla ed Hernandez che gli contenderanno un posto nello scacchiere offensivo rosanero non lo intimoriscono affatto: “Io sono un giocatore che dà sempre il 120 per cento fino al fischio finale e che si mette a disposizione del tecnico e dei compagni. La concorrenza per me non è un problema, io ragiono sempre in termini di gruppo, di squadra. Vengo a Palermo non per creare problemi ai miei compagni ma per dare un valore aggiunto al team. Mi metterò a disposizione del gruppo e del tecnico, sarà Pioli poi a fare le sue scelte e io le accetterò senza problemi. Il mio obiettivo, ripeto, è non deludere Zamparini che ha puntato su di me concedendomi questa grande chance per la mia carriera”.
Proprio il patron rosanero qualche giorno fa ha accostato Zahavi a Cassano, un paragone che lusinga l’attaccante israeliano: “Ringrazio il presidente per le belle parole. Il paragone con Cassano è importante e mi riempie d’orgoglio, ora sta a me non deludere le attese di Zamparini e dei tifosi ma penso che nel calcio i paragoni siano impossibili da fare perchè ogni giocatore ha il suo stile, Cassano ha il suo, io il mio. Gioco da seconda punta o da centrocampista avanzato a seconda delle indicazioni tattiche che mi vengono date. Ma se la squadra ha bisogno di Zahavi in un’altra posizione mi metterò al servizio dei compagni e dell’allenatore senza alcun problema. Sto studiando l’italiano anche per capire meglio cosa mi verrà chiesto dal tecnico, anche se il calcio è una lingua internazionale. Spero di far godere i tifosi rosanero con tanti gol anche se sono consapevole che in Italia troverò difese e portieri di assoluto livello. Batterli e gonfiare la rete sarà ancora più soddisfacente”. La valigia è pronta, la carica emotiva giusta per partire verso il sogno rosanero pure. A Zahavi non manca nulla per sfondare nel calcio che conta. Buona fortuna Eran.
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01 Luglio 2011, 17:25