27 Luglio 2017, 11:10
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PALERMO – Al peggio non c’è fine. E i tifosi palermitani hanno testato e stanno testando sulla propria pelle che è proprio così. Quando nel capoluogo siciliano si pensa di aver toccato il fondo, non solo sportivamente parlando, si verifica puntualmente un nuovo ribaltone che peggiora le prospettive. Il declino calcistico della quinta città italiana, iniziato con la prima retrocessione in serie B dopo dieci anni di permanenza nel massimo campionato, sembrava una tragedia sportiva da mandare agli archivi e da rinchiudere nel cassetto dei ricordi grazie all’immediato ritorno in A. Un’esperienza negativa di cui fare tesoro per il futuro per non ricadere negli errori, tutti firmati Maurizio Zamparini, commessi nell’annus horribilis rosanero 2012-2013. Così sembrava, o meglio, così si auspicava la gente di Palermo che, invece, da lì in poi ha assistito a una schizofrenica gestione societaria che ha portato nei due anni successivi la squadra rosanero prima a un buon undicesimo posto e poi a una salvezza maturata all’ultima giornata di campionato nel 2016.
A nulla è servito lo spauracchio di aver evitato la B all’ultimo atto del campionato. A nulla sono serviti i buoni propositi dello stesso Zamparini al termine di quell’annata disgraziata in cui i senatori (Sorrentino, Maresca e Gilardino) hanno preso per mano la squadra e hanno poi ricevuto il benservito del patron friulano. Così, tra un esonero e l’altro, tra una sessione di mercato e l’altra, caratterizzate solo da cessioni dei pezzi pregiati a fronte di acquisti (pochi) di scarsa caratura tecnica, è iniziata un’opera di impoverimento della rosa e di sfilacciamento del feeling tra proprietà e piazza che oggi è diventato un’insanabile rottura. Zamparini ha tolto alla gente di Palermo l’entusiasmo e la passione che la rendeva famosa in tutta Italia. Sia chiaro che sono da condannare su tutta la linea manifestazioni di violenza come quella di cui si sono resi protagonisti ieri circa 300 ultras della curva Nord che hanno boicottato l’allenamento dei rosanero a Boccadifalco. Ma la tensione e l’insofferenza nei confronti della proprietà sono più che palpabili a Palermo.
Premessa la condanna di qualsiasi forma violenta di dissenso nei confronti di Zamparini riprendiamo la parabola del declino rosanero che avevamo interrotto alla salvezza raggiunta all’ultima giornata di due stagioni fa. Sembrava finita qui, sembrava che quella fosse la mezzanotte rosanero oltre la quale il cielo non può diventare più buio. E invece no. Zamparini ha illuso la piazza di voler cedere il testimone, di voler farsi da parte. Il nuovo corso rosanero avrebbe dovuto portare prima il nome di Frank Cascio, ex manager della pop star americana Michael Jackson derubricato alla voce “inaffidabile” dopo poche settimane di trattative. Poi, il rilancio con l’ex Iena e giovane business man Paul Baccaglini che, come la miriade di allenatori e dirigenti passati da viale del Fante, è stato prima osannato e presentato all’opinione pubblica come un fenomeno e poi scaricato al termine di una trattativa giudicata decine di volte da Zamparini e Baccaglini “alle battute finali” e mai andata in porto per il “solito” colpo di scena all’ultimo atto.
E il patron che fa? Come un incallito giocatore di poker annuncia il ritorno della trattativa con Cascio, lo stesso Cascio definito privo delle “necessarie garanzie finanziarie” pochi mesi fa e che adesso è tornato ad essere un buon interlocutore per spargere un po’ di cipria sul viso rugoso e opaco del club rosanero.
Intanto il campo dice che la squadra affidata a Bruno Tedino, ex tecnico del Pordenone definito (per ora) da Zamparini “il nuovo Sarri”, si avvicina a grandi falcate verso un campionato cadetti tra i più competitivi degli ultimi anni. La rosa a disposizione dell’allenatore scelto da Zamparini è tutta da scoprire e da qui alla fine del mercato non è detto che i pochissimi pezzi pregiati resteranno all’ombra di Montepellegrino. Fallire la promozione in serie A al primo anno avrebbe delle ripercussioni economiche per il Palermo difficilmente superabili ma nulla lascia presagire che ci sia un progetto ben definito per il futuro del club.
Zamparini, sempre più senza voglia di fare calcio, tiene in ostaggio la città con annunci diversi di giorno in giorno. L’ultimo riguarda un nuovo incontro con Cascio per valutare una nuova offerta a stelle e strisce. Sarà per il recente passato, a anche per le innumerevoli cordate interessate al Palermo annunciate negli ultimi anni e finite tutte con un nulla di fatto, ma anche questa volta non sembra difficile pronosticare l’esito dell’ennesima trattativa per la cessione del club. Anche se tutta la città auspicherebbe, per una volta, un colpo di scena al contrario.
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27 Luglio 2017, 11:10