Zamparini: “Gli arbitri? Una casta”

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27 Settembre 2010, 10:48

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“Mi preoccupa molto il ruolo che vanno assumendo i guardalinee nel nostro campionato: stanno diventando più determinanti degli arbitri”. Un’anomalia che Maurizio Zamparini, presidente del Palermo, ha espresso ai microfoni di ‘Radio anch’io lo Sport’. Sempre più spesso “gli arbitri, prima di assegnare un rigore, guardano gli assistenti e così scansano ogni responsabilità. Non va bene, perché il guardalinee non ha fatto la scuola da arbitro. I rigori li deve vedere l’arbitro”.
Una situazione “di grande difficoltà” della categoria. Per questo ritiene indispensabile “dargli una mano in campo con la tecnologia”. L’uscita di scena di Pierluigi Collina potrebbe aver influito? “No. E nemmeno penso che l’indipendenza di cui godono gli arbitri sia un bene. Ci vuole un controllo esterno”. Secondo Zamparini, quella degli arbitri “sta diventando una casta, una corporazione. Mercoledì scorso, dopo tutte quelle polemiche, ho cercato di parlare con l’amico Marcello Nicchi, che conosco da anni. L’ho chiamato e lui mi ha trattato quasi male, mi ha risposto ‘come ti permetti di telefonare al presidente dell’Aia. Ma vada a quel paese! Io telefono al presidente della Repubblica e non posso chiamare Nicchi? Mica telefono per comprare una partita, era solo un modo di cercare il dialogo, aiutarli. Questo è il clima stupido che c’è oggi nel calcio italiano”.
Zamparini ha parlato anche del suo Palermo, termometro di un campionato anomalo, in cui molte squadre vincono lontano dal terreno amico e poi perdono inaspettatamente in casa. Come i rosanero, capaci di espugnare il campo della Juventus e poi sofferenti con il Lecce al Barbera. “Sono tornati vizi antichi, che abbiamo dall’anno scorso – è l’analisi del presidente -. E’ una malattia dalla quale non siamo ancora guariti. Speriamo che il mister ci metta mano e trovi la cura”. Zamparini ha comunque una certezza: “Il Palermo è molto più forte dell’anno scorso, però deve trovare i giusti equilibri in difesa. Davanti siamo devastanti. Delio Rossi è un buon allenatore con un buon organico, deve registrare gli schemi difensivi. Essendo lui uno offensivista, uno ‘zemaniano’, soffre un po’ di questa situazione”. Pentito della cessione di Cavani? “No, perché è stato lui che ha voluto andarsene, non io che l’ho venduto. Non si possono tenere i giocatori con la forza”. Dopo le prime cinque giornate, Zamparini vede “un campionato molto combattuto, che somiglia un po’ a quello francese. C’è più equilibrio. Questo perché non è più il tempo in cui i campioni che facevano la differenza ce l’avevano solo due o tre squadre. Ora i campioni se ne vanno in Inghilterra o in Spagna. Inoltre il gioco è diventato più veloce, la tecnica pura ha meno importanza rispetto alla forza fisica, ed anche le squadre minori si sono attrezzate in questo senso”.

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27 Settembre 2010, 10:48

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