05 Febbraio 2017, 10:46
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CATANIA – Inizia il mandato del nuovo segretario della Cisl, tra emergenze e voglia di ripartire. Maurizio Attanasio, neo segretario generale della Cisl, traccia un quadro operativo e indica le priorità di azione del sindacato. Tra gli interventi necessari non possono mancare le azioni di riqualificazione della zona industriale catanese, messa in ginocchio da numerose criticità, e la questione occupazionale. Ecco come ripartirà la Cisl etnea dopo la situazione di impasse venutasi a creare con le dimissioni dell’ex segretaria Rosaria Rotolo.
Segretario, come stanno andando i primi mesi da segretario provinciale?
Bene. Abbiamo affrontato i temi dell’organizzazione del sindacato nel territorio partendo dal contesto di riferimento: la crisi, la situazione del pubblico impiego, la questione della sanità e le problematiche legate allo sviluppo industriale.
Quali sono le emergenze da affrontare?
Al primo posto in assoluto il lavoro. Le amministrazioni mettono in campo ogni possibilità come fondi e risorse destinati alle restaurazioni delle città e delle periferie. Penso al depuratore ad Aci Castello, ma ci sono tantissime altre opere che invece giacciono nei cassetti. Invece devono saltare fuori dai cassetti e vanno resi operativi perché questo produce occupazione.
Altre priorità a livello locale?
La zona industriale, che dovrebbe attrarre aziende e investimenti, vive una lenta moria, caratterizzata, com’è, da incuria e mancanza di sicurezza. Per non parlare le strade dissestate. Le grandi imprese vivono situazioni di difficoltà alla prima pioggia, che crea danni su danni. Il tutto poi ha delle ripercussioni sui lavoratori. La zona industriale va bonificata e resa appetibile per chi vuole investire.
E a livello regionale?
La questione degli uffici di collocamento, che sono strategici per la ripresa dell’occupazione e invece si trovano in stato di abbandono perché manca una politica di programmazione volta alla loro rivalutazione. Gli uffici di collocamento hanno mille problemi di gestione legati alle carenze economiche e nei fatti non mettono in moto politiche attive per consentire a giovani e inoccupati di trovare un posto di lavoro. E poi c’è un’altra questione che vorrei affrontare.
Prego.
La rete ospedaliera e il primo soccorso che indirettamente ricade anche sugli aspetti occupazionali.
Affrontiamo, invece, una questione nazionale che ha inevitabilmente ripercussione sui livelli locali e regionali: i voucher. Come si muoverà la Cisl rispetto al referendum promosso dalla Cgil?
La nostra opinione è che i voucher non vanno soppressi perché hanno permesso di fare emergere tanto lavoro nero. Certo, vanno regolamentati perché se ne fa un uso eccessivo o fuori norma. In più in alcuni campi non vanno utilizzati.
A quali settori si riferisce?
Adesso il problema è esteso a settori in cui si sostituiscono alle vecchie collaborazioni. In agricoltura è uno dei problemi da chiarire perché in alcuni settori agricoli il lavoratore può, in effetti, venire impiegato per poche ore al giorno. Serve una regolamentazione, insomma.
Le dimissioni della segretaria Rosaria Rotolo hanno creato un momento di impasse. Che aria tira in Cisl?
Le dimissioni della collega hanno creato una condizione di autodeterminazione del gruppo dirigente che sta producendo maggiore rappresentatività nel territorio. A chi c’era prima, però, non vanno addossate responsabilità, diciamo che si era creato un contesto particolare.
Come va con le altre sigle sindacali? C’è unità sindacale?
C’è una parvenza di unità sindacale, anche se c’è qualche sigla che probabilmente non è abituata all’unità sindacale. Su alcuni temi sicuramente andremo insieme, su altri è chiaro che le categorie che appartengono alle singole confederazioni hanno una loro politica e una loro autonomia che va rispettata.
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05 Febbraio 2017, 10:46