04 Febbraio 2020, 17:35
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PALERMO – Il presidente della Prima sezione del Tar Sicilia Calogero Ferlisi non cambia idea: la Ztl notturna rimane sospesa anche dopo l’audizione degli avvocati del Comune e di Confcommercio, in scena ieri. Il provvedimento della giunta Orlando dunque è ‘congelato’ fino al 25 febbraio, data in cui la materia verrà trattata al Tar in seduta collegiale. Il presidente era già intervenuto sospendendo il provvedimento il 31 gennaio, a poche ore dalla sua entrata in vigore, dopo un’istanza presentata da Confcommercio insieme al ricorso.
Il contenuto del contraddittorio di ieri è riassunto nel decreto a firma di Ferlisi. Il Comune di Palermo fra le altre cose ha sostenuto che il nuovo provvedimento non sarebbe altro che una “rimodulazione” dei precedenti, adottati nel 2016, e che le finalità perseguite sarebbero relative alla tutela della salute dei cittadini e della tranquillità dei residenti del centro storico. Inoltre i legali del Comune hanno affermato che sono state predisposte tutte le misure di sostituzione della mobilità privata, con parcheggi Apcoa, potenziamento dei mezzi pubblici e attivazione di una convenzione coi tassisti.
Aspetti che Confcommercio e il legale che rappresenta l’associazione, Alessandro Dagnino, hanno contestato insieme ad altri. Secondo i ricorrenti per esempio il Comune avrebbe eluso il decreto con cui il 31 gennaio il presidente Ferlisi aveva sospeso la Ztl notturna, sostenendo che non sarebbero state rimosse o coperte o sostituite le indicazioni adesive che illustravano l’avvio sulla segnaletica. O ancora, in merito alla sostituzione della mobilità privata, i ricorrenti hanno segnalato che mancherebbero i fondi necessari: “Con l’ultima manovra di assestamento di bilancio sarebbero addirittura stati tagliati i fondi per 1,8 milioni di euro – si legge nel decreto -, che erano destinati alle navette notturne di collegamento tra i parcheggi scambiatori e il centro storico, nonché al potenziamento della linea 101 notturna, tutti servizi a supporto della misura introdotta con gli atti impugnati”.
Per l’associazione di categoria, la misura caldeggiata dal sindaco e dalla maggioranza del Consiglio comunale sarebbe “il frutto di un’evidente forzatura del governo locale, che ha agito senza copertura giuridica (mancata adozione degli strumenti programmatori), senza copertura politica (mancato coinvolgimento del Consiglio comunale e addirittura svolgimento di attività espressamente conflittuale con la volontà consiliare), senza condivisione con i portatori di interesse (Confcommercio e altri) e senza copertura amministrativa (i provvedimenti sono evidentemente viziati da difetto di motivazione e di istruttoria, nonché da eccesso di potere, come denunciato in ricorso)”.
Il giudice ha ravvisato la plausibilità delle ragioni dei ricorrenti, unita al fatto che “il Comune di Palermo, costituitosi in giudizio, non ha ritenuto di depositare in atti, o di esibire in sede di audizione, alcun documento atto a provare i dati relativi al monitoraggio della qualità dell’aria come asseritamente rilevati, nei fine settimana e nelle ore serali, all’interno delle aree” oggetto del provvedimento.
Le reazioni
“Vogliono farci passare per nemici dell’ambiente. La questione è un’altra – commenta Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo –. La decisione del Tar di accogliere la nostra istanza cautelare, infatti, conferma che le perplessità di Confcommercio avevano più di un fondamento pratico e giuridico. Un provvedimento migliorativo per la vivibilità della città, e del centro storico in particolare, si sarebbe potuto scrivere con ben altra visione programmatica senza avventurarsi in inutili sperimentazioni sulla pelle dei commercianti. Per il futuro, sui tanti temi ancora aperti come quello del decoro, dei cantieri stradali o della mobilità, auspichiamo che si possa finalmente trovare un comune spirito di collaborazione tra istituzioni – conclude – perché è comune l’interesse: quello di fare il bene della città e dei cittadini”.
Secondo l’avvocato Dagnino, “la motivazione di questo secondo decreto presidenziale è particolarmente significativa” anche perché “viene ora specificato che il pericolo di un danno grave e irreparabile, lamentato dai ricorrenti, non sussiste soltanto per le attività commerciali, ma anche per i numerosi cittadini residenti nella Ztl che hanno aderito al ricorso”. Poi precisa: “È utile sottolineare che il giudizio del Tar non ha nulla a che vedere con la decisione politica di istituire la Ztl, che spetta all’amministrazione”.
Dal canto suo, Orlando assicura che “il 25 il Comune porterà dati e motivazioni della necessità che anche a Palermo come in tante città vi sia una Ztl notturna a tutela della salute dei cittadini e della vivibilità del centro. In quella sede mostreremo anche come le limitazioni del traffico non siano elemento di danno alle attività economiche – aggiunge – ma anzi possano essere elemento di stimolo dell’economia cittadina in modo diffuso”.
Sono dello stesso avviso i consiglieri comunali di Sinistra Comune Barbara Evola, Fausto Melluso, Katia Orlando e Marcello Susinno: “Basterà pochissimo all’amministrazione comunale – dicono – per dimostrare al Tar il rapporto tra l’aumento delle automobili durante le ore notturne, nei fine settimana, e l’aumento dell’inquinamento acustico ed ambientale. Per questa ragione siamo fiduciosi che all’udienza del 25 febbraio ci saranno tutti gli elementi per dimostrare la necessità della Ztl notturna. Al di là dei dati, è necessario andare avanti nel percorso di un cambiamento culturale che in numerose città, non soltanto italiane, ha dato i suoi frutti”.
“Purtroppo il sindaco Orlando non è stato tanto bravo a convincere i giudici della bontà della ‘sua’ Ztl – sostiene invece Igor Gelarda, capogruppo della Lega a Sala delle Lapidi – così come usualmente è bravo a convincere giornalisti stranieri che a Palermo si viva benissimo. Ironia a parte, massima fiducia nella magistratura e convinzione profonda che solo i progetti condivisi servono a fare crescere la città. Una Ztl pensata in questo modo è solo un disastro per tutti”.
“Questa è l’ennesima riprova dell’incapacità di chi amministra questa città – rincara la dose Fabrizio Ferrandelli di +Europa –. Chi ha un minimo di dignità, adesso, dovrebbe fare un passo indietro. Il sindaco ne prenda atto e torni in consiglio comunale, chieda una mano alle opposizioni e apra al confronto con le associazioni di categoria e i cittadini nell’interesse della città”.
Per Sandro Terrani, capogruppo di Italia Viva al Comune di Palermo, “questa è la conferma che le perplessità sollevate corrispondono alla realtà dei fatti. Ci affidiamo all’organo giurisdizionale in riferimento a quelle che saranno le valutazioni che verranno fatte. Italia Viva ritiene ancora una volta che avverte uno scollamento tra la giunta e la maggioranza in seno al Consiglio comunale – prosegue – e pertanto riteniamo necessario, per i prossimi provvedimenti che la stessa giunta si appresta a varare, che ci sia un pieno coinvolgimento delle forze di maggioranza. Questo senza alcun dubbio rafforzerebbe non soltanto l’attuale coalizione che sostiene con convinzione l’amministrazione Orlando, ma anche in proiezione delle prossime scadenze elettorali ci vorrebbe più forti. Senza sottovalutare il confronto con le associazioni di categoria – conclude Terrani – che deve essere sempre costante e costruttivo”.
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04 Febbraio 2020, 17:35