08 Dicembre 2016, 06:13
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PALERMO – Ad aprile la sospensiva, a dicembre il via libera. Sta in questi nove mesi la lunga gestazione della Ztl di Palermo, un provvedimento contestato da residenti e commercianti ma diventato, suo malgrado, lo strumento più emblematico di quella rivoluzione della mobilità su cui il sindaco Leoluca Orlando ha deciso di giocarsi la faccia e il futuro politico.
La scelta del Professore di ricorrere al Cga, di “sfidare” la piazza, di non cedere alle richieste delle associazioni di categoria che chiedevano lo stop al provvedimento alla fine ha pagato, anche se per centrare l’obiettivo il primo cittadino ha dovuto accettare di diventare il bersaglio di ogni critica e soprattutto di modificare profondamente l’impianto del suo provvedimento.
La prima versione della Ztl, infatti, era molto più estesa, assai più remunerativa e sicuramente molto più dirompente: forse troppo, per essere varata a un anno dall’appuntamento con le urne. Una scadenza, quella elettorale, che ha costretto il sindaco a tornare sui suoi passi, a ritirare e a emanare un nuovo provvedimento per far cadere il ricorso, a dover produrre una consistente mole di studi e documenti che dimostrassero, oltre ogni ragionevole dubbio, che la Ztl serve ed è efficace.
Un travaglio non privo certo di conseguenze. Non è un mistero che tra gli orlandiani in molti abbiano contestato la “finanziarizzazione” della Zona a traffico limitato. Nella prima bozza elaborata dall’assessore Catania, infatti, la Ztl sarebbe dovuta essere limitata al centro storico e soprattutto non si prevedevano incassi per 30 milioni; una cifra spuntata in un secondo momento, quando si è deciso di far gravare il peso del tram direttamente sull’Amat e non sul bilancio comunale, allargando per questo l’area interessata.
E anche quando è arrivata la bocciatura del Tar, gli orlandiani si sono divisi fra chi come Catania chiedeva di ridurre subito il perimetro e chi invece (e ha avuto la meglio) ha suggerito di ricorrere al Cga e procedere dritto per la strada già intrapresa. Il Comune alla fine si è visto dare ragione in appello, ma ha dovuto comunque correggere la Ztl e cedere ad alcune delle richieste dei commercianti per evitare che questa fosse il peggior viatico per la campagna elettorale.
Orlando ha vinto, inutile negarlo, perché alla fine la Ztl c’è, e rimarrà in piedi, anche se la sua può considerare una vittoria a metà dal momento che per sopravvivere la Ztl ha dovuto subire pesantissime modifiche. Inoltre il Professore ha dovuto pagare un prezzo politico elevato, visto che proporre subito una Ztl ridotta gli avrebbe evitato mesi di attacchi e malumori. Sorridono, anche loro a metà, i ricorrenti che, malgrado la sconfitta di ieri, possono sempre rivendicare di aver costretto il Comune a scendere a più miti consigli.
Adesso, per il primo cittadino, viene la sfida più ardua: convincere, nei pochi mesi che restano prima delle urne, che la Ztl fa bene anche al commercio. Il Capodanno alla Stazione, il Festival dello street food, i progetti natalizi sono un primo tentativo di sedare il malcontento dei negozianti che potrebbe essere decisivo in campagna elettorale. Il Professore deve sperare che questo basti, altrimenti la crisi del centro storico diventerà uno dei temi di scontro nella nuova corsa a Palazzo delle Aquile.
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08 Dicembre 2016, 06:13