Anche l'assessore Strano| nell'inchiesta catanese - Live Sicilia

Anche l’assessore Strano| nell’inchiesta catanese

Coinvolti pure Fagone e Cristaudo
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L’inchiesta della procura di Catania su mafia e politica che vede coinvolto il presidente della regione Raffaele Lombardo sembrerebbe giunta ad un bivio decisivo. Il pool della direzione distrettuale antimafia della procura etnea coordinato dal procuratore capo Enzo D’Agata ha, infatti, praticamente concluso le indagini e a breve dovrebbe avvenire il passaggio dei faldoni dell’inchiesta al Gip. L’inchiesta, inoltre, rischia di allargarsi a macchia d’olio e, così come riportato dal Corriere della Sera, vedrebbe coinvolto, oltre a Lombardo e al fratello Angelo, anche l’attuale assessore al Turismo Nino Strano. Nel fascicolo aperto della Procura di Catania sono coinvolti anche due deputati regionali: Fausto Fagone dell’Udc e Giovanni Cristaudo del Pdl-Sicilia.

Al centro del rapporto del Ros dei carabinieri c’è la rete di contatti con imprenditori in odor di mafia che Lombardo, negli anni in cui era presidente della provincia di Catania, avrebbe costruito. Imprenditori che negli anni successivi avrebbero visto aumentare esponenzialmente il volume dei loro investimenti grazie all’aggiudicazione di appalti e subappalti per la realizzazione di grandi opere.  Ad aggravare la posizione del Governatore vi sarebbe, poi, la deposizione, anch’essa facente parte dell’inchiesta catanese, del collaboratore di giustizia Maurizio Avola che parlò con gli inquirenti di incontri tra Lombardo e i boss Nitto Santapaola e Marcello D’Agata.

Nelle pagine dell’inchiesta, anche se non da indagata, sarebbe finita anche Saveria Grosso, moglie del presidente Lombardo: gli inquirenti nel corso di accertamenti patrimoniali si sono interessati all’investimento da 5.6 milioni di euro per la realizzazione di un mega-impianto fotovoltaico che sarebbe dovuto sorgere su un terreno di proprietà della signora Lombardo. L’evidente conflitto d’interesse avrebbe poi distolto la Grosso dal portare a termine l’affare nonostante la rapida approvazione fosse già avvenuta. Nel rapporto del Ros vi è, poi, una cospicua parte dedicata alla posizione di Angelo Lombardo, già parlamentare nazionale dell’Mpa: il fratello del Governatore circa un anno fa subì un violento pestaggio, ma di quell’episodio non risulta nessuna denuncia, nonostante Angelo Lombardo sia effettivamente transitato, come accertato dai carabinieri, dall’ospedale catanese “Cannizzaro”. Gli investigatori sarebbero propensi a considerare l’episodio del pestaggio come una sorta di messaggio d’ avvertimento rivolto proprio all’attuale presidente della Regione.

La posizione di Nino Strano, senatore ex An, passato alla storia come “l’uomo della mortadella” sventolata in faccia a Prodi in un’infuocata seduta parlamentare, sarebbe, invece, meno grave di quella del Governatore e di altri politici coinvolti. In passato Strano è stato anche assessore regionale al Turismo e lo stesso incarico ha avuto al Comune di Catania. Con la giunta dell’allora sindaco Umberto Scapagnini è stato condannato a 2 anni 2 mesi di reclusione per violazione della legge elettorale per contributi previdenziali concessi dall’amministrazione ai suoi dipendenti per i danni da ‘cenere nera’ dell’Etna tre giorni prima delle elezioni comunali del 2005. Sempre con l’ex Giunta Scapagnini è stato rinviato a giudizio per falso ideologico nell’inchiesta sul ‘buco in bilancio’ al Comune.

Nella sua accorata autodifesa dinanzi a una Sala d’Ercole gremita, Lombardo aveva, però , assicurato non solo di “non avere mai avuto rapporti con esponenti dei clan catanesi”, ma anzi di “essere stato vittima di intimidazioni e ritorsioni per il suo impegno,e per quello del suo governo, contro la mafia”. In quella stessa occasione, il Governatore “scagionò” anche il fratello Angelo ma aggiunse: “Mi ha assicurato che non c’entra nulla con la mafia, ma se dovessero emergere reponsabilità, ognuno risponderebbe delle proprie leggerezze, colpe e amicizie”. Una frase che, già allora, appariva come una preventiva e neanche troppo velata presa di distanza dal fratello Angelo, già a capo della segreteria politica di Raffaele e grande collettore di voti nella provincia catanese.


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