"Il referendum non conta | Lombardo dia una svolta" - Live Sicilia

“Il referendum non conta | Lombardo dia una svolta”

Giuseppe Lupo a Livesicilia
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Giuseppe Lupo, segretario del Pd, piomba di buon passo a Villa Filippina, nel cuore della redazione di Livesicilia, con due tormenti visibili. Il sole dardeggiante di un agosto nascosto, travestito da dicembre, è una traffitura, una spina incardinata tra pupilla e lente degli occhiali. E poi c’è Mirello. Sì c’è sempre Mirello Crisafulli che incalza e irride con i suoi sbeffeggiamenti. Ed è un paradosso che può capitare solo nel Partito Democratico. Uno come Crisafulli, in accordo con una fetta della base, avversa l’accordo con Lombardo in nome della trasparenza e contro gli inciuci. Uno come Lupo indossa, suo malgrado,  i panni del tessitore di panni sporchi, dell’oscuro signore,  del maneggione in servizio permanente effettivo. E’ il film a rovescio che si proietta in queste ore sul telone bianco grazie alla cinepresa contorta dei democratici.

Una lunga chiacchierata, quasi una confessione alla telecamera di Livesicilia. Un’intervista fiume che trasmetteremo quanto prima in video, con la punteggiatura di poche domande. Non abbiamo ritenuto opportuno interrompere il segretario del Pd che si è lanciato in una corposa e appunto fluviale analisi. Dentro c’è di tutto. Per argomenti, sorvolando. Il referendum crisafulliano ad Enna che ha sancito con una percentuale bulgara il no di quei “compagni” all’accordo con Lombardo? Lupo risponde: “Come importanza politica, ricorda le consultazioni ai tempi di Saddam. Non c’è stato un contraddittorio, né un sistema di regole trasparenti. Certo, non sono tutti d’accordo con me. Lo so. Sappiamo pure che c’è un dibattito acceso nel Pd, ma bisogna accettare le decisioni della maggioranza all’interno degli organi legittimi del partito”.

E ci dica segretario, le piace il governo regionale per come si è mosso fin qui? Lupo risponde: “C’è bisogno di una svolta, è necessario cambiare passo. Abbiamo però portato avanti molte iniziative buone, grazie al sostegno del Pd a Lombardo, deciso per un alto senso di responsabilità nei confronti della nostra terra. Abbiamo anticipato la crisi di Berlusconi, che è il vero nemico della Sicilia, colui che ostacola i sogni e le aspettative del Meridione. Oggi la Sicilia non è più un feudo di Silvio Berlusconi”.

Va bene, segretario, conoscevamo la sua posizione in materia. Ma come mai siete così nervosi con la stampa che punzecchia e scrive note corrosive circa il vostro atteggiamento, battendo il chiodo della questione morale. C’è chi ha parlato addirittura di “Manganellate mediatiche”, non starete mica esagerando? Lupo risponde: “Non mi piace mettere in mezzo i manganelli. Noi siamo per la stampa libera, ci battiamo contro la legge bavaglio. Ci piacerebbe che si evidenziassero anche gli aspetti positivi della nostra azione. Ci sono giornali che martellano sulle critiche ossessivamente. Ovviamente, ribadisco il mio rispetto, e ci mancherebbe altro, per la libertà di espressione, in un momento tanto delicato e incandescente”.

Bene, la chicca di fondo. Leoluca Orlando ha tuonato: “Mai con questo Pd, finché sostiene Lombardo”. Lupo, paziente, risponde: “Mi dispiace che Orlando dia ultimatum, personalmente lo stimo e lo apprezzo. Abbiamo avviato un confronto positivo con tutti e spero che ci ripensi. Guardiamo alle comunali di Palermo e non solo. Dobbiamo vedere se è possibile allargare le alleanze, per essere davvero alternativi. E’ nostro dovere provarci. Perché se l’Mpa è un valido interlocutore a livello nazionale non potrebbe esserlo qui? Raffaele Lombardo ha rotto col Berlusconismo, è un fatto. Era mio dovere avversarlo prima, è un mio compito cercare adesso accordi e strategie che risolvano le emergenze della Sicilia e la sottraggano alla tremenda influenza della destra che ha distrutto tutto”.

Sono solo alcune delle pillole della lunghissima chiacchierata con Giuseppe Lupo a Villa Filippina. Il video integrale sarà pronto al più presto e conterrà mille altri spunti. Dopo l’intervista un’altra informale chiacchierata tra gli alberi della villa sulle trame e i volti della politica siciliana. E ce ne sarebbero di cose da aggiungere. Forse, per il momento, basta così.


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