Campagna di Addiopizzo a Brancaccio|A scuola e a messa per spingere alla denuncia - Live Sicilia

Campagna di Addiopizzo a Brancaccio|A scuola e a messa per spingere alla denuncia

L'iniziativa
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Proseguono le attività di Addiopizzo e Libero Futuro a Brancaccio, dopo l’operazione “Araba Fenice” svolta dalla Squadra Mobile di Palermo poche settimane fa, che ha registrato la collaborazione di alcuni commercianti assistiti dalle due associazioni. “Grazie agli arresti di queste settimane – scrive il comitato in una nota – il mandamento mafioso di Brancaccio registra un momento di difficoltà, in cui l’organizzazione mafiosa appare disarticolata. Inoltre, in questi giorni riscontriamo con piacere sullo stesso territorio un’intensificazione delle attività di prevenzione e controllo da parte della polizia”.

L’iniziativa è cominciata ieri: alcuni volontari di Addiopizzo hanno partecipato alle messe nel quartiere per parlare ai cittadini a margine della funzione. Oggi, invece, è stata la volta del gruppo scuola di Addiopizzo, che fino all’inizio delle vacanze natalizie svolgerà alcuni incontri, alla presenza di rappresentanti di forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria, nelle scuole che ricadono nel territorio di Brancaccio. Alla fine di ognuno di questi incontri agli studenti sarà consegnata una lettera da portare a casa e da far leggere ai genitori ed una copia della Guida del Consumo Critico Addiopizzo per permettere loro di effettuare quotidianamente piccole ma importanti azioni di consumo critico antiracket.

Intanto, il 13 dicembre, venti operatori economici vittime di estorsione nell’ambito dell’operazione “Araba Fenice” hanno ricevuto una lettera, raccomandata con ricevuta di ritorno, sottoscritta da Addiopizzo e Libero Futuro, con la quale vengono invitati a collaborare con lo Stato, avvalendosi anche dell’ausilio delle associazioni antiracket.

Il momento è particolare. A ridosso del Natale, infatti, avviene la riscossione del pizzo e a Brancaccio diversi imprenditori hanno già denunciato. Una situazione che fa esultare Addiopizzo: “Rispetto al passato – prosegue l’associazione – si sono create le condizioni per dire di no e denunciare senza essere lasciati soli. Infatti, non ci sono più ragioni plausibili per continuare a pagare e soprattutto a negare l’evidenza quando si è chiamati dagli organi investigativi a confermare l’estorsione subita”.

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