Catania, tutte le carte | dell'inchiesta sul bilancio - Live Sicilia

Catania, tutte le carte | dell’inchiesta sul bilancio

Bilanci falsi al Comune di Catania. Ventuno pagine di capi d'imputazione, ventotto nuovi indagati. Ecco le carte dell'accusa. Un viaggio tra le entrate gonfiate per fare quadrare i conti.

Ventuno pagine di capi d’imputazione in cui ventotto nuovi indagati sono accusati a vario titolo di aver falsificato i bilanci preventivi del Comune di Catania tra il 2005 e il 2008. Un viaggio tra entrate gonfiate per fare quadrare i conti, debiti che sarebbero spariti come neve al sole e società partecipate comunali in ginocchio. Il pm Alessandra Chiavegatti ha svolto un lavoro impressionante, nei giorni scorsi ha spiegato a Livesicilia di aver lavorato in “solitudine” e di aver incontrato numerose difficoltà. Ma l’indagine adesso è completa, nero su bianco viene riscritta la storia del triennio che ha preceduto l’avvento del sindaco Raffaele Stancanelli. Ecco in esclusiva tutti i particolari dell’avviso di garanzia appena notificato con nomi, cognomi, importi e tarocchi.

Bilancio preventivo 2005.
L’ex sindaco Umberto Scapagnini (nella foto), l’ex assessore al Bilancio Francesco Caruso, l’ex ragioniere generale Vincenzo Castorina e Mario D’Antoni, dirigente del Servizio Entrate del Comune, sono indagati di falso in concorso perché avrebbero contribuito, ciascuno nel proprio ruolo, alla falsificazione del bilancio preventivo del 2005 che sarebbe arrivato “falsamente” al pareggio attraverso l’inserimento di entrate “fittizie”, cioè inesistenti, per € 125.980.632,36. Una cifra stratosferica mai incassata dal Comune e giustificata attraverso l’alienazione (mai avvenuta) di immobili comunali, cioè una vendita di palazzi e beni monumentali mai realizzata alla quale si aggiunge l’aumento “illegittimo” del gettito della Tarsu prevedendo l’incasso di € 35.487.800,00. E ancora, la falsificazione sarebbe avvenuta: inserendo nel bilancio preventivo del 2005 il contributo straordinario dello Stato previsto con la finanziaria del 2006 “e quindi- sottolinea il pm Alessandra Chiavegatti – non utilizzabile nel 2005”; spostando i debiti dell’Azienda Municipale Trasporti (AMT) nel capitolo riservato alle spese di investimento; mantenendo in bilancio entrate per €13.921.338 provenienti da canoni mai riscossi di edilizia residenziale, ma anche canoni di concessione dei loculi cimiteriali mai riscossi pari a €3.000.000 e alienazioni di “diritti di superficie” mai avvenute che avrebbero fatto incassare € 2.585.284,00 in realtà mai incassati. E poi, secondo la ricostruzione del pm Chiavegatti, dal bilancio preventivo 2005 sarebbero sparite le somme (€2.300.000) che il Comune doveva consegnare alla Sidra, società che gestisce il servizio idrico, per le forniture di acqua nelle case popolari e lo smaltimento di fanghi tossici. Sarebbero spariti anche i costi (€417.883) della partecipata Multiservizi relativi agli oneri contrattuali dei dipendenti.

Vincenzo Castorina è indagato per falso anche perché avrebbe “attestato falsamente la regolarità tecnica e contabile del bilancio preventivo e degli emendamenti proposti”; emendamenti che sarebbero stati differenti rispetto a quelli proposti dalla Giunta e che non sarebbero stati sottoposti al parere dei revisori dei Conti. Il pm Chiavegatti ha ricostruito che apparivano anticipazioni di credito, cioè prestiti, per 32milioni di euro, “mentre di fatto – sottolinea – ne erano stati chiesti €86.151.026”. Vincenzo Castorina, Francesco Caruso e Mario D’Antoni sono indagati di falso anche perché avrebbero “indotto in errore il consiglio comunale…che dichiarava, contrariamente al vero il permanere degli equilibri finanziari” del bilancio 2005″.

All’interno di un ulteriore capo d’imputazione viene indagato per falso in concorso con Vincenzo Castorina e Francesco Caruso anche Placido Castorina, responsabile del Servizio Direzione Partecipate del Comune che avrebbe “predisposto l’atto e reso falsamente il parere” necessario per consentire al ragioniere generale di “indicare nel bilancio preventivo 2005 del Comune debiti verso l’AMT per un valore di molto inferiore a quello indicato nel bilancio dell’azienda”. Ad esercizio concluso, cioè quando bisognava tirare le somme, “si riducevano – scrive il pm Chiavegatti – arbitrariamente i costi preventivati dall’AMT per circa 3 milioni di euro e si accertava che i “costi sociali” per €22.958.071,00 trovavano copertura”. Tutto sarebbe “falso”.

Castorina avrebbe anche “mascherato uno squilibrio finanziario”, accertando “falsamente” che il Comune avrebbe incassato 40milioni di euro necessari a coprire i disavanzi del 2003. Stessa operazione che sarebbe avvenuta con i disavanzi, cioè i debiti del 2004: il ragioniere Castorina avrebbe “riaccertato falsamente”, introiti per 42.7 milioni di euro. Soldi mai entrati.

Bilancio 2006
Per il “falso” bilancio preventivo 2006 sono indagati Umberto Scapagnini, Vincenzo Castorina (ragioniere generale), e gli assessori Francesco Caruso, Giuseppe Maimone, Diego Lo Giudice, Giuseppe Zappalà, Giovanni Vasta, Mario De Felice, Salvatore Santamaria, Orazio D’Antoni, Domenico Rotella, Giuseppe Arena, Giuseppe Siciliano, Stefania Gulino e Mario D’Antoni (dirigente del servizio entrate del Comune). Assessori e amministratori sono indagati in concorso per aver approvato lo schema di bilancio preventivo “da cui emergevano – scrive il pm Chiavegatti – evidenti falsità anche realizzate mediante omissione”. Falsità che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, consisterebbero nell’aver “falsamente” garantito gli equilibri di bilancio attraverso introiti mai incassati dal Comune per 125milioni di euro.

Il sistema ricorda quello dell’anno precedente: per portare i conti in pareggio e nascondere il buco, sarebbero spariti dal bilancio preventivo i disavanzi AMT 2003 e 2004 (21milioni); debiti fuori bilancio (13.597.0003); sarebbero spariti anche i debiti del Comune verso l’AMT per oltre 20milioni di euro; sarebbe stata prevista un’entrata “illegittima” della Tarsu pari a circa 44 milioni di euro; sarebbero stati “omessi” i debiti del Comune verso la Sidra (€3.558.015) e i costi contrattuali della Multiservizi (€1.043.238).

E’ indagato per falso in concorso con il ragioniere generale Vincenzo Castorina anche Santo Cimellaro, dirigente del Servizio Condono Edilizio. Insieme avrebbero “dichiarato il falso ed espresso pareri falsi” sostenendo che dal condono edilizio del 2006 il Comune avrebbe incassato circa otto milioni di euro; in realtà la somma incassata sarebbe stata pari a 1.735.077
Castorina, Caruso e Scapagnini avrebbero falsificato anche gli equilibri del bilancio 2006 inserendo i dati del progetto di bilancio che contenevano spese inferiori per 50milioni di euro rispetto a quelle contenute nel bilancio realmente approvato. In questo modo, sparite con un colpo di spugna 50milioni di spese, i conti apparivano “falsamente” in ordine.

Per il rendiconto del 2006 sono indagati Giuseppe Arena, vicesindaco e presidente facente funzioni della Giunta Municipale insieme al ragioniere generale Francesco Bruno e agli assessori Gaetano Tafuri, Giuseppe Zappalà, Giovanni Vasta, Silvana Grasso, Mario Brancato, Salvatore Santamaria, Vincenzo Oliva, Carmela Schillaci, Filippo Drago. Avrebbero approvato o concorso nel far approvare lo schema di rendiconto 2006 “da cui-sottolinea il pm Alessandra Chiavegatti- emergevano evidenti falsità”, consistite nel far sparire debiti fuori bilancio per €21.947.145,48, disavanzi dell’Amt, spese della Sidra, la società che gestisce il servizio Idrico con la partecipazione del Comune, con l’aggravante per Francesco Bruno che avrebbe “predisposto il rendiconto di bilancio e reso i pareri di regolarità tecnica e contabile”.

Bilancio preventivo 2007
Per la “falsificazione” del bilancio preventivo del 2007 sono indagati l’ex sindaco Umberto Scapagnini, Carmelo Pricoco- dirigente del Servizio Entrate, Luigi Asero-dirigente del Servizio Urbanistica, Francesco Bruno-ragioniere generale e gli assessori Giuseppe Arena, Giuseppe Zappalà, Giovanni Vasta, Fabio Fatuzzo, Mario De Felice, Orazio D’Antoni, Mario Brancato, Salvatore Santamaria, Domenico Rotella e Francesco Caruso. A vario titolo avrebbero concorso nell’emanazione della delibera relativa allo schema del bilancio preventivo 2007 prevedendo entrate del condono edilizio pari a 50milioni (in realtà ne entravano €2.227.602); entrate derivanti da concessioni edilizie pari a 20milioni (in realtà ne entravano 6.5milioni ); finte entrate per €14.200.000 derivanti dalla vendita di box auto a Librino, entrata che “non era accertabile secondo il principio di prudenza in quanto nessuna attività era stata intrapresa per rendere effettive tali entrate”.
Scapagnini, Bruno e Tafuri sono indagati anche per la delibera di salvaguardia degli equilibri di bilancio “contenente numerose falsità” tra le quali il pm Chiavegatti inserisce anche l’entrata di 9.5 milioni di euro  derivante dagli oneri concessori del centro commerciale Icom Spa, costruito sui terreni dell’editore Mario Ciancio, nonostante che il direttore dell’Urbanistica aveva comunicato che era stata sospesa la procedura d’incasso di questa somma.

Bilancio preventivo 2008 spunta Emanuele
L’ex ragioniere generale della Regione Vincenzo Emanuele, nella qualità di ex Commissario del Comune di Catania è indagato con l’accusa di falso insieme all’ex sindaco Umberto Scapagnini, al ragioniere generale Francesco Bruno e all’assessore al Bilancio Gaetano Tafuri. Sono accusati di aver approvato la bozza di bilancio preventivo 2008 “da cui emergevano -scrive il pm Chiavegatti- evidenti falsità”, che sarebbero consistite: nell’indicazione che il Comune avrebbe incassato €62.191.505,12 di cui €16.158.000 dal piano di risanamento San Berillo; 13milioni di euro per la valorizzazione di aree in variante al Prg; 16milioni per edifici scolastici; 14milioni per vendita box; €2.911.000 per vendita di immobili comunali. E ancora, per portare all’attivo la previsione del bilancio 2008 sono stati inseriti, secondo la ricostruzione della Procura di Catania, entrate di 40milioni dal condono edilizio ( in realtà a quella data erano stati riscossi €2.500.000) ed €8.800.000 da concessioni edilizie “palesemente non accertabili nell’anno”.

Vincenzo Emanuele e Francesco Bruno sono indagati anche con uno specifico capo di concorso in falso per aver indotto il consiglio comunale all’approvazione del bilancio preventivo 2008 “contenente numerose falsità”.

Emanuele replica “tutto regolare”.
Dopo le dimissioni di Umberto Scapagnini da sindaco di Catania, Vincenzo Emanuele, ex ragioniere generale della Regione, era stato nominato Commissario del Comune di Catania. Emanuele, contattato da Livesicilia, tiene a sottolineare di aver operato” con la massima trasparenza”. “Tecnicamente -spiega Emanuele- si tratta di un atto dovuto, siamo in una fase preliminare d’indagine”. “Il mio operato -continua Emanuele- è stato improntato sempre al rispetto delle leggi, al rigore e alla trasparenza”. L’ex ragioniere generale conclude sottolineando “estrema fiducia nell’operato della magistratura che avrà modo di valutare la correttezza della gestione commissariale risalente al 2008”.

 

 


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