Ragazzo accoltellato per rapina| "Mondello diventa violenta" - Live Sicilia

Ragazzo accoltellato per rapina| “Mondello diventa violenta”

Dopo l'aggressione ai danni di un giovane, avvenuta giovedì sera, c'è paura a Mondello. Furti e scippi, inoltre, incoraggiano l'idea di una località in cui c'è bisogno di maggiore sicurezza. Allo Zen 2, il quartiere dei cinque aggressori finiti in manette, vige invece il silenzio, ma c'è chi ipotizza: "Forse era una vendetta". I carabinieri sono certi dello scopo dell'accoltellamento: "E' stato l'epilogo di un tentativo di rapina".

“Era in un lago di sangue, sembrava molto più grave di quanto in realtà è stato poi accertato in ospedale”. A parlare sono i ragazzi che giovedì notte hanno assistito all’aggressione avvenuta a Mondello, nel piazzale tra l’Ashur e lo stabilimento La Torre, dove Francesco, un giovane palermitano, è finito nel mirino di cinque coetanei, tra cui un minorenne, che l’hanno prima picchiato per poi colpirlo con due coltellate alla testa. Panico e paura si leggono sul volto di chi quella sera ha sentito improvvisamente le urla della ragazza con cui il giovane stava parlando prima di essere aggredito: “Lo stanno ammazzando, lo stanno ammazzando”, avrebbe gridato chiedendo aiuto all’interno del locale. La gente è uscita in strada, sono stati avvisati i carabinieri e nel giro di pochi minuti è arrivata anche un’ambulanza. Via Piano Gallo è stata chiusa al traffico: le ricerche degli aggressori, rimasti a piedi, erano già partite.

Sono finiti tutti in manette, ma sia a Mondello che allo Zen 2, il quartiere dove vivono i cinque arrestati, in molti sono rimasti sconvolti dall’episodio di violenza. “Stavo bevendo una birra con alcuni amici quando la ragazza ha lanciato l’allarme – dice una studentessa di 24 anni che abita a pochi metri dallo stabilimento La Torre – e non sapevo cosa fare. Non mi era mai successo di assistere ad un fatto del genere, ho avuto paura. Fino ad adesso Mondello, era sempre stata una località tranquilla. Una frase detta con rammarico, che fa quasi parte dei ricordi, così come nelle parole dei commercianti della borgata marinara vicina alla città: “Lo scorso mese ci sono stati quattro furti in villa nel giro di poche ore – dice il titolare di un bar – e diversi turisti sono stati scippati. Mondello non è più sicura. Ho paura – aggiunge – che le nuove generazioni stiano superando ogni limite”.

Lo stesso timore che racconta di avere il proprietario di un ristorante a pochi metri dalla piazza: “Giovedì notte avevamo chiuso da poco – dice – quando la strada è improvvisamente stata chiusa al traffico e le sirene hanno seminato il panico in tutta la zona. Quello che era successo aveva dell’incredibile. D’altronde – continua – è assurdo che ragazzi di vent’anni, invece di vivere con spensieratezza e divertirsi, camminino con un coltello addosso ed una pistola scacciacani in macchina”. A dire la sua è anche la titolare di un negozio di abbigliamento nei pressi del porticciolo: “Sicurezza? Quale sicurezza. Qui non ce n’è. Quello che è accaduto al giovane poteva succedere a mio figlio. Gli aggressori, con la targa coperta dal nastro adesivo erano probabilmente usciti di casa premeditando il tutto. Cercavano soltanto un bersaglio. Se, per una rapina ognuno rischia di essere accoltellato, anche in una località piccola come Mondello, vuol dire che il controllo del territorio deve essere più serrato”.

Tra le case dello Zen 2 c’è molto silenzio, qualcuno dice di avere sentito dire in giro dell’arresto dei cinque aggressori, Benedetto, Davide, Pietro, Daniele e il minorenne. Altri, dichiarano invece di non saperne nulla, che lo Zen “è un quartiere grande e non tutti sanno tutto”. Fatto sta che un ragazzo di 21 anni, dice di chiamarsi Mario, sostiene che la vittima, probabilmente, conosceva la banda che l’ha preso di mira. “Sicuro. E’ successo qualcosa in passato che li ha fatti andare fuori testa e anche se hanno sbagliato, bisogna capire cosa c’è dietro”. E invece Francesco non conosceva i suoi aggressori, i carabinieri del nucleo operativo ne sono certi. Nessun rancore, nessuno screzio. Estranei contro estranei. L’aggressione – secondo la loro ricostruzione – è stata l’epilogo di un tentativo di rapina: la banda voleva quel motorino, uno Scarabeo della Piaggio, e di fronte al “no” fermo del ragazzo, sono arrivati la violenza e il sangue.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI