Mister X e quel summit | I segreti sulla retata alla Noce - Live Sicilia

Mister X e quel summit | I segreti sulla retata alla Noce

Operazione della sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile. Azzerate le famiglie del mandamento della Noce. Ricostruita la mappa del racket e svelati i retroscena di uno dei più importanti summit di mafia degli ultimi anni.

BLITZ A PALERMO
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4 min di lettura

PALERMO – Mandamento della Noce punto e capo. Boss, gregari e picciotti sono finiti in carcere. Il blitz della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra mobile azzera le famiglie della Noce, di Cruillas e di Altarello. E svela i retroscena di uno dei più importanti summit di mafia degli ultimi anni. Quello organizzato nel maneggio Villa Pensabene allo Zen. Il 7 febbraio 2011 rispose presente anche Cosimo Michele Sciarabba. E’ lui il Mister X scovato da una fotografia pubblica sul mensile S. L’uomo senza identità adesso ha un volto. Le indagini offrono la mappa aggiornata del potere in una consistente fetta della città. Un potere costruito sulle minacce, la paura, il pizzo, la droga e le scommesse sportive.

Di fatto il mandamento ere retto da due persone. Fabio Chiovaro gestiva il lavoro sporco. Era l’uomo del fare. Franco Picone vestiva i panni del capo carismatico. Chiovaro, finito in carcere nell’ottobre del 2010, è stato costretto a farsi da parte fino a maggio del 2011. Una volta tornato in libertà si è ripreso lo scettro del comando. La prima gatta da pelare è stata il conflitto con gli scissionisti. Un gruppo di ribelli, approfittando della sua assenza, ha provato a scalzarlo. Li chiamavano gli stiddari. Alla fine sono tornati nei ranghi. Salvatore Seidita, alla testa del gruppetto dei ribelli composto da Giuseppe Sammaritano, Umberto Maltese e Antonino Bonura, ha capito che tirava una brutta aria. C’è voluto un po’ per capire che era opportuno fare marcia indietro. Lo hanno convinto alcune azioni eclatanti. Prima fra tutte, l’incendio che distrusse la macchina di Sammmaritano.

La mappa del potere piazza Gaetano Maranzano alla guida della famiglia di Cruillas, coadiuvato da Domenico Spica. A Cruillas, invece, comandava Vincenzo Tumminia che dettava legge anche nella zona di via Malaspina.

I reati sono quelli tipici del repertorio di Cosa nostra: associazione mafiosa, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, interposizione fittizia, possesso ed uso illegale di armi da fuoco. Cambia la mappa del potere, ma l’imposizione del pizzo resta una costante per vecchi e nuovi boss. Tanti, troppi commercianti e imprenditori continuano a pagare. Alcuni, però, hanno trovato la forza di denunciare.Ad esempio, i vertici della Magnolia fiction. Perché i boss sono andati a imporre la messa a posto persino sul set dello sceneggiato i Segreti del’acqua con Riccardo Scamarcio. Le minacce sarebbero arrivati tramite i figli di Enzo Castagna, titolare di una una società palermitana molto nota in città. Una di quelle riuscita negli anni a piazzare maestranze e controfigure in alcuni successi del piccolo e grande schermo.

Le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Palermo (l’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai sostituti Francesco Del Bene, Gianluca De Leo e Lia Sava) ci consegnano la storia di un mandamento molto attivo nel tentativo di serrare i ranghi della Cosa nostra palermitana indebolita dalle operazioni delle forze dell’ordine. C’erano, infatti, anche i rappresentanti della Noce a Villa Pensabene, quando nel 2011 i boss furono convocati dal reggente del mandamento di San Lorenzo, Giulio Caporrimo, per ricompattare le famiglie. Come hanno scoperto gli investigatori guidati da Maurizio Calvino e Nino De Santis, c’era anche Cosimo Michele Sciarabba. Un volto pulito, ma affidabile visto che è figlio di Salvatore Sciarabba, mafioso di Belmonte Mezzagno. A Villa Pensabene Cosimo Michele arrivò con Peppuccio Calascibetta, capomafia di Santa Maria del Gesù che pochi mesi dopo sarebbe stato crivellato di colpi.

Ricompattare le famiglie, dunque. E per farlo servono soldi. Ecco allora giustificati gli investimenti di Cosa nostra nelle agenzie di scommesse sportive. Ne sono state sequestrate sette: Internet Point di via Re Federico, Internet Point di via Serradifalco, Scommettendo di via Cluverio, Gold Bet di via La Mantia, Mondial Betting di via Dante, Internet Point di via Archimede, Betunique di via via Libero Grassi. Sotto sequestro è finito anche il negozio di abbigliamento Uomo In di corso Camillo Finocchiaro Aprile.

Questo l’elenco completo degli arrestati: Fabio Chiovaro e Franco Picone (capi della Noce), Gaetano Maranzano (capo della famiglia di Cruillas), Vincenzo Tumminia (capo della famiglia di Altarello), Antonino e Gaspare Bonura, Santino Chiovaro, Luca Crini, Girolamo Albanese, Marcello Argento, Tommaso e Gaetano Castagna, Carlo Castagna, Cosimo Grasso, Giuseppe Bonura, Giovanni Matina, Santo Pitarresi, Cosimo Michele Sciarabba, Salvatore Seidita, Felisiano e Tommaso Tognetti, Giuseppe Sammaritano, Giuseppa Mirabella, Girolamo e Giovanni Seidita, Salvatore Seidita, Marcello Argento, Giovanni Guddo, Domenico Spica, Massimiliano Ingarao, Giuseppe Enea, Giorgio Perrone, Umberto Sammaritano, Vincenzo Toscano, Vincenzo Landolina, Alessandro Guddo, Vincenzo Acone, Silvestro Castelluccio, Francesco Vella, Dario Giunta, Salvatore D’Amico, Giacomo Nicolò Sciarratta.


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